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L’uovo (fracassato) di COLOMBO pre PESCARA-LATINA
06/01/2023

Proseguiamo la riflessione sulle

5 sconfitte del Pescara nelle ultime 6 partite. Ci siamo chiesti: è confusione tattica individuale? Incertezza tattica di gruppo? Insufficienza tecnica dell’organico? Difficoltà fisica? Atteggiamento non “di squadra” e spogliatoio disunito o addirittura “polveriera”? Quale parte non sta andando? A voi il giudizio su come si è evoluta/involuta la squadra di COLOMBO, ma prima ripassiamoci alcuni fondamentali. Dopo il 4-3-3 del Maestro ZEMAN, la tecnica difensiva di SOTTIL e l’esigenza di un trequartista secondo COSMI, ricordiamo i principi della zona di un altro ex mister biancazzurro: il “Profeta” GALEONE! –

Nel 1982 la nazionale azzurra vince i Mondiali in Spagna e, più o meno nello stesso periodo, si comincia a vedere una evoluzione verso la zona a vari livelli, prima con Enrico CATUZZI e Liedholm e poi con Sacchi. Da Coverciano escono una serie di allenatori che porteranno novità e renderanno il calcio italiano sempre più interessante e variegato nelle idee, da ZEMAN con il suo pensiero offensivo, ad altri allenatori amanti della zona, come FASCETTI e GALEONE.
Per Mario Sconcerti [giornalista calcistico], “Sacchi e ZEMAN non hanno solo insegnato, hanno inventato”. Sconcerti vede gli zonisti di quell’epoca come allenatori “molto estroversi e portatori di un gioco esuberante; allenatori che sembravano più una trasgressione che una regola” (fonte). D’altra parte, essere ‘profeti’ è anche questione di mentalità, come il chiedere il premio promozione da neo-ingaggiato per la serie C a Pescara. Nelle parole di Giovanni GALEONE stesso: «è il mio modo di approcciarmi alle sfide. Mai nella vita mettere un premio per la salvezza: non è serio prendere i soldi per salvarsi” (fonte).

Nella sua tesi a Coverciano per la UEFA PRO LICENCE, Ivan Javorčić [allenatore a Brescia, Venezia, Südtirol, Pro Patria, Mantova] scrive: tutti riconoscono che GALEONE ha avuto periodi dove ha prodotto dell’ottimo calcio, soprattutto a Pescara nelle tre riprese in cui vi ha allenato, conquistando due promozioni in serie A e la salvezza nel 1987-88, battendo – fra le altre – Inter e Juventus. Il modulo era il 4-3-3, anche se non costantemente verticale e intenso come quello di ZEMAN (fonte). Comunque, anche quello di GALEONE era certamente offensivo, anche se a volte poteva apparire più ragionato e, all’occorrenza, con un minimo possesso palla, ma solo se funzionale a soluzioni d’attacco. Lo stesso ‘Profeta’ lo illustra: un gioco che «non è adatto al calcio di adesso, con tutto quel giro di calci che fanno oggi. Io sono per conquistare la palla e andare a colpire nell’immediatezza: la prima cosa da fare è sviluppare subito un gioco d’attacco. Adesso il portiere gioca più palloni del centrocampista! Si perdono delle partite assurde perché c’è questa storia della costruzione dal basso, che a me non piace. Il mio allenatore di riferimento è Liedholm ma questo per la sola tecnica, per la disposizione in campo: ma non per il possesso palla, che a me non fregava tantissimo, se non alla fine, quando eri in vantaggio e facendo finta di fare possesso palla innervosivi gli avversari e poi li trafiggevi. Era una soluzione offensiva» (fonte).
Marco GIAMPAOLO, che è stato suo collaboratore in quell’epoca, approfondisce il pensiero di GALEONE: «La parola d’ordine era qualità. Se aveva un attaccante esterno bravo tecnicamente ma non veloce, lo spostava a centrocampo a fare l’interno. La stessa cosa se aveva un centrocampista centrale, sempre di qualità ma magari meno bravo nel fare da schermo davanti alla difesa: lo spostava a fare il difensore centrale». Javorčić aggiunge: “I connotati tecnici erano determinanti. In un periodo dove il gioco prevedeva molti duelli e l’aspetto fisico era predominante, GALEONE prediligeva giocatori di qualità che, di conseguenza, determinavano anche una tattica e strategia di gioco diversa, ragionata, con tempi di gioco diversi” (fonte).

Il gusto per i calciatori tecnici è chiaro nelle preferenze di GALEONE: «Mi piaceva Sivori; ero maniaco dei suoi tunnel e da giocatore io li facevo di continuo. Anche dopo, perfino nelle partitelle a Pescara, a 45 anni, facevo i tunnel a LOSETO. Poi, il mio mito è stato Suarez. Invece, come allenatore non ho dubbi: Liedholm tutta la vita. (…) Il problema è che oggi le scuole calcio insegnano tanta tattica, ma è finita la tecnica: non si insegna più a giocare a calcio. Invece, ai ragazzi va spiegato perché la palla corta e non lunga, perché a destra e non a sinistra» (fonte).

GIAMPAOLO ha raccontato anche dei possessi palla, che a quei tempi di solito si usavano fare in parità numerica, soprattutto per stimolare le abilità dell’aggressore. GALEONE invece li focalizzava maggiormente sulle abilità e sui miglioramenti concettuali dei possessori palla. Quando difensori o centrocampisti erano sotto pressione diceva «imbuca, imbuca» per fare passaggi filtranti a rompere le linee di pressing avversarie.
Conclude Javorčić: “pensieri di calcio fini, essenziali e semplici ma, come diceva anche Cruijff, «è difficile giocare un calcio semplice». È questione anche di cultura”.
All’arrivo a Pescara, «per la verità, avevo deciso di giocare a uomo, ma mi sono accorto subito che con questi giocatori era una sciagura nazionale», racconta GALEONE. «Così ho scelto la zona: dieci minuti per spiegarla, due settimane per impararla e via. Il calcio è semplice, io non credo al mito dello spogliatoio, che serve solo a cambiarsi i calzini, ma alla realtà del campo».
Fra i suoi modelli non c’è Sacchi: «penso che la sua zona penalizzi troppo le punte» (N.B.: REBONATO, il centravanti della promozione in A con 21 reti nella B 1986-87, “non si muoveva in orizzontale, ma solo in profondità”); né c’è ZEMAN («è arrivato dopo di me»), ma Liedholm («l’unico da cui un po’ ho copiato»); e semmai Coutinho, Ivic, Eriksson e Lobanovskyi.
GALEONE valorizza tanti dei giocatori avuti negli anni a Pescara, fra i quali numerosi allenatori – BERGODI, CAMPLONE, GASPERINI, GAUDENZI, ALLEGRI – passano tutti dal suo laboratorio (fonte).
A proposito di quest’ultimo, che quando giocava a Pescara lasciò la fidanzata il giorno prima delle nozze per la pescarese Vanilla e la sera prima chiamò GALEONE: «Sì. Ero in Sardegna. Max… la sera mi chiama. Gli ho detto che non era il massimo della vita avere dei dubbi il giorno prima di sposarsi: non è un buon inizio. Gli dissi di pensarci un po’. La mattina dopo mi richiama… che lui non se la sentiva. Erano le 10 del mattino. Venne in Sardegna: lo andai a prendere all’aeroporto di Alghero» (fonte).

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1231 GIORNI di SERIE C, 4679 di PRESIDENZA SEBASTIANI
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9 Comments

  1. vitabiancazzurra ha detto:

    Quando il Gale fece parte del Casting per la panchina del Milan di Berlusconi E non solo….ebbe colloqui informali anche con Moratti dell’Inter e Viola della Roma Il quale ultimo dopo la sconfitta in casa del 1-3 restò folgorato dallo champagne di marca galeoniana .Ma il finale di campionato in tristissimo declino culminata con una retrocessione incredibile e cocente che a ripensarci …! credo fu decisivo per far cambiare rotta al presidente romanista . Ma come tutti gli insegnanti di calcio e non allenatori invece credo che il Gale non fosse tagliato per i Club di alta fascia Infatti anche l’esperienza col Napoli fu molto deludente anche se non aveva una rosa molto competitiva. La sua filosofia come quella di Zeman (anche se il Boemo ha lottato per lo scudetto….) viene poco digerita dai calciatori “volponi” arrivati e pigri con carriere già definite e refrattari al sacrificio + altre componenti….Infatti vedasi anche gli “schioffi” di Gasperini con l’Inter e Giampaolo col Milan. Anche se come carisma col profeta siamo distanti anni luce e quello in uno spogliatoio conta molto cosi come rendersi credibili a certi livelli.

  2. tusciabruzzese ha detto:

    Uno dei grandi pregi di Galeone è stato quello di saper “vedere” dove ogni calciatore poteva dare al suo top. In tal senso, si ricorda sempre quando contraddisse Sacchi che vedeva Pagano come mediano davanti alla difesa!
    (:shock:)

  3. Max1967 ha detto:

    Qualcuno ha anche osato paragonare Colombo a Galeone… mah

  4. ilfigliodel36 ha detto:

    Fare tunnel è uguale a imbucare? Chiedo per Liedholm (:laugh1:)

  5. draculone ha detto:

    Inbucare

  6. draculone ha detto:

    Galeone faceva possesso palla per poi “i bucare” l’avversario, proprio come faceva nella vita reale 😀

  7. ilfigliodel36 ha detto:

    Galeone faceva il profeta anche con Tupta, Vergani, Kolaj e Melchiorri a 35 anni? Chiedo per Rebonato

  8. tusciabruzzese ha detto:

    Comunque molto interessanti le annotazioni di altri mister su Galeone. Noto che si evidenzia che un certo possesso palla non fosse escluso … Anche se il Profeta tende a sminuirlo!
    (:sarcastic:)

  9. tusciabruzzese ha detto:

    Quella della notte prima delle nozze di Allegri che chiama Galeone non la sapevo!!!
    (:sarcastic:)