Da un utente della prima ora, 40mila.it ha ricevuto una proposta speciale: fare per conto di 40mila.it una chiacchierata da tifoso con un MITO BIANCAZZURRO, l’indimenticabile…
ROCCOVOLANTE!
E allora ecco a voi: Rocco PAGANO con Vitabiancazzurra!
“Se a un tifoso pescarese tra quelli della mia generazione, che hanno avuto la fortuna di vivere in prima persona uno dei periodi più brillanti della storia del Delfino, cioè quello legato all’epopea galeoniana, chiedessimo quale giocatore ha suscitato più emozione ed ammirazione, credo che il nome più ricorrente sia indubbiamente: ROCCOVOLANTE, ossia Rocco PAGANO!
Incontrarlo di persona per scambiare un’amichevole chiacchierata, anche extra-calcistica, è stato per me un motivo di grande soddisfazione, che mai mi sarei aspettato potesse un giorno accadere. Il numero 7 biancoazzurro più famoso, l’ala che seminava i terzini con le sue finte ubriacanti e mai imitate! E ora, conversare con lui, mio idolo indiscusso, è stato un susseguirsi piacevole di nostalgia ed emozioni, che voglio condividere con voi tutti di 40mila.it. Con Rocco abbiamo ripercorso le fasi della sua carriera fin dai primi calci… o quasi”.
D. Hai vestito la maglia della Juventus da giovanissimo, com’è accaduto?
R. La Juve a fine campionato era solita fare dei provini a Torino e dintorni, dove abitavo da piccolino con i miei genitori. Fui selezionato subito e feci con i bianconeri un anno di allievi e due di Primavera. In prima squadra c’erano dei mostri sacri come Zoff, Gentile, Scirea, Bettega.
D. Il tuo primo gol tra i professionisti lo hai fatto col Derthona. Che mi dici di quel periodo?
R. Nel Derthona trovai spazio per giocare, con buona continuità: in precedenza, essendo molto giovane e alle prese col servizio militare, nell’Alessandria e nel Banco Roma non ebbi modo di mettermi in mostra. A Tortona incontrai Domenghini e per me fu la svolta della carriera, a 19 anni. Infatti, fino ad allora il mio ruolo era quello di mezzala ma lui vide in me quelle doti di giocatore di fascia che lui ben intuiva, dall’alto della sua carriera di brillante ala destra. Anni dopo, qualcuno addirittura azzardò proprio il paragone col Domenghini nazionale, per il modo simile di correre e la tecnica di tenere la palla sempre vicino al piede… cosa fondamentale per un’ala.
Il Derthona 1984/85 con Rocco PAGANO
D. La preparazione atletica e tecnica di allora confrontata col calcio di oggi: quanto è diversa?
R. Un abisso! Oggi si privilegia l’aspetto fisico e atletico, si fanno preparazioni estive più dure e si guarda alla tattica fin da giovanissimi, non lasciando spazio alla libera espressione del talento. Una volta si dedicava più tempo al pallone e c’erano metodi di allenamento dove si privilegiava la crescita e il miglioramento dei fondamentali. Alla Juve, ad esempio, ricordo bene ci facevano fare quotidianamente esercitazioni con le “forche”. In pratica, era un pallone appeso ad un gancio fino a terra , lo dovevi sapere calciare per riuscire ad addomesticarlo… e non era così facile come può sembrare. Infatti, lì si vedeva subito chi aveva i piedi buoni e chi no.
D. Il tuo approdo in biancazzurro. Raccontaci.
R. Sì, fu nell’85. Mi volle CATUZZI, al quale furono date buone referenze di me da Regalia, barese come lui, che mi ebbe nell’Alessandria.
Il primo Pescara di PAGANO: 1985/86
Ricordo che feci l’esordio in casa vincendo 2-0 contro il Cagliari ad inizio primavera… Spesso dalla panchina, o in tribuna non convocato, non riuscivo a capacitarmi di come quella squadra, composta da ottimi giocatori, andasse così male, prendendo gol anche un po’ strani e assurdi… E infatti, molto tempo dopo, si venne a sapere che il portiere Rossi si vendeva le partite. Si retrocesse a fine campionato e in piena estate scoppiò il caso del Palermo che fu condannato, anzi dichiarato fallito, e noi fummo ripescati con un misto di stupore e gioia tra noi pochi reduci dell’annata appena trascorsa. Ricordo che partimmo in una decina di giocatori… alcuni convocati in spiaggia sotto l’ombrellone e radunati di fretta e furia per il ritiro marchigiano di Montefortino, da raggiungere ognuno con i suoi mezzi. Oltre al mister Giovanni GALEONE, sconosciuto ai più, c’era anche Edmondo Prosperi che, dopo aver fatto il “secondo” a CATUZZI, resto’ ancora come vice con GALEONE.
I famigerati “poveri ma belli” del campionato 1986/87
D. Quindi, è stato un vantaggio aver iniziato a conoscere già con CATUZZI l’anno prima i movimenti del modulo “a zona”, che poi fu adottato anche da GALEONE?
R. Indubbiamente. Insieme anche ai vari GASPERINI, CIARLANTINI, BERLINGHIERI, REBONATO, fin dal ritiro nelle Marche avevamo instaurato un bel dialogo col mister, che fu bravo a capire che tipo di giocatori aveva tra le mani. La zona e soprattutto il 4-3-3 era il modulo più adatto. Addirittura, GALEONE chiese a tanti di noi in che ruolo preferissimo giocare, dimostrando grande intelligenza. E poi, lui non ci assillava nel seguire in maniera ossessiva i movimenti in campo, in modo che il talento potesse uscire fuori da ognuno, senza personalismi e sempre per il bene della squadra.
E vorrei sfatare anche questa leggenda che mister Galeone non avesse cura assoluta per la difesa…
Intanto, per lui non esisteva allenamento senza la partita attaccanti contro difensori e lì dava tutte le sue indicazioni; ma quasi sempre i suoi insegnamenti erano rivolti all’intero movimento di squadra – con i tre reparti compatti – e non tanto al movimento di un singolo. Poi, i sincronismi venivano quasi automatici. Giocando noi in maniera “spregiudicata”, in modo superficiale molti, giornalisti soprattutto, sentenziavano che il mister non curasse la difesa: ma la risposta stava nella scelta di giocare tutta la squadra votata all’attacco. Era quindi normale e fisiologico che la difesa si scoprisse.
Ritagli…
D. Fin dal ritiro hai percepito che quell’annata potesse essere molto positiva? Che sensazioni hai avuto fin da subito? E raccontaci qualche aneddoto sul “personaggio” GALEONE.
R. Sì, in effetti fin da subito si era creato un bel gruppo, in simbiosi tra le varie componenti: società, mister e compagni di squadra. Si scherzava tra noi, si usciva insieme a cena con le rispettive donne: eravamo amici anche fuori dal campo e questo clima ideale del gruppo si trasferiva automaticamente nelle partite, dove eravamo un’orchestra quasi perfetta.
GALEONE ci responsabilizzava molto, ma senza metterci pressione, e ci invitava a stare spensierati e divertirci prima di tutto. Ricordo una volta, un paio di giorni prima di una partita, mi vide con mia moglie sul lungomare di Pescara, appena usciti da un ristorante intorno a mezzanotte: lui, dal finestrino della sua auto, ci salutò tranquillamente senza far pesare più di tanto l’ora tarda… e io che invece già mi stavo preparando a una dura ramanzina!
Fine prima parte. Ci vediamo presto per la seconda!
P.S.: nel ringraziare l’utente Vitabiancazzurra per averci proposto questa iniziativa, coordinatone il contenuto ed inviato un tale prezioso contributo, cogliamo l’occasione per ricordare a tutti gli utenti che sono benvenute proposte di articoli. A tal fine, è possibile utilizzare la mail di contatto info@40mila.it (anche raggiungibile dal link nel menù principale in alto).
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34 Comments
Per organizzare una contestazione si deve muovere la curva invece di fare i coretti dello zecchino d’oro…dai distinti possiamo contribuire con sedie a rotelle, stampelle, cateteri e pannoloni…dalla tribuna al massimo con qualche bignè del buffet
Oddì, mi so svejate e so lette BRUNO MURATORE!!!!!!!!!!!!!………. Ma ca fatte carriera??????? da lu bar a lu cantiere! Cussù è un grande
Hai ragione Cillóoo.
Anche l’andata di finale a Verona e ritorno per la B sembra roba di 40 anni fa..
Alex, siccome coi ricordi procedo all’indietro, m’arcurdev prima il gol di pagano e dopo quello di junior. Come quando fai l’uscita di francavilla e in terr ci sta scritto Villa-Franca.
Per la cronaca quello di pagano fu il 2 a 0 però mobbast co sto cazz di amarcord. Vediamo di organizzare na contestazione seria a cullu’ e non solo a parole
Il gol alla Juve, roba che nel calcio di oggi sarebbe impossibile. Pagano bighellonava a metà campo (altro che fase difensiva…l’ala non stava mai nella propria metà), raccoglie una respinta di testa della nostra difesa (forse Bergodi) e si invola verso tacconi, inseguito da un difensore gobbo (brio?) che voleva ucciderlo. Ma niente, non lo raggiunse mai. Bomba sotto l’incrocio, uno a zero. Poi junior ci mise il carico. Che ne volete sapere voi, mammocci con gli smartphone e le sopracciglia ad ala di gabbiano…
Lode-a-teeeeee
Rocco-paga-a-noooo
Cillon e Draculone si sente che siete tifosi sanguigni condivido quanto scritto da voi ….Quando sento il bisogno di una botta di adrenalina mi riguardo tutti i gol dell’annata magica della banda BranGaleone ….
Certo Draculò , l’amore è grande e siamo sempre presenti in qualsiasi situazione , ma le emozioni che si provavano prima adesso te le puoi scordare . Senza andare troppo lontano ,quando c’era il sindaco in campo e prendeva la palla il cuore si accelerava , adesso ditemi quello che vi pare ma questi di adesso non mi smuovono niente , mi sono indifferenti , li rispetto solo perchè indossano la nostra maglia , ma dal giorno che la cambiano non li ricorderò più .
Oggi è difficile pure vedere una maglietta col 7 in campo, figuriamoci un Pagano, un Conti o un Donadoni…
io mi ricordo un pagano volante a me dispiace ma oggi non se ne vedeno
BIANCAZZURRI MI HAI FATTO MORIRE, TOP. Cillon, quello che avete descritto tu e lapa mi mancano anche a me, ma l’amore e’ troppo grande e ti fa sorvolare. Stem sempre la’, al gelo, al freddo, contro tutti e tutto. SOLO PER LA MAGLIA e’questo. Pero’ con l’avanzare degli anni, e vizi messi per le inculate ricevute, inizi a vedere le cose con occhi diversi
à dett pagano che ……..partimmo in una decina di giocatori… alcuni convocati in spiaggia sotto l’ombrellone e radunati di fretta e furia per il ritiro……
Oggi a lu stabbiliment Galeone puteve convocà pure a cullù che fa i caffè 
Lapa , proprio l’emozione che hai descritto , quella che ti fa battere il cuore quando vedi un’azione del pescara che va verso la porta , ecco , questo mi manca da morire . Non riesco a provare più le stesse emozioni 😥
Mitico Rocco Pagano….le sue giocate restano delle perle che solo al ricordo mi fanno emozionare. La memoria va al gol alla Juve …quella sua sua sgroppata verso la porta di Tacconi, secondi interminabili prima del boato dell’Adriatico con migliaia di cuori che smisero di battere per poi tornare a palpitare nell’istante in cui la palla gonfio’ la rete ….invidio l’utente Vitabiancazzurra che invidia che ho…avrei voluto farla io la chiacchierata con Roccovolante
Era tutto bello a partire dall’atmosfera che c’era allo stadio
Ci sono combinazioni celesti (non il colore della maglia però!
), allineamenti di stelle e pianeti forse irripetibili: tutto contribuì a quella leggendaria stagione. La retrocessione pochi mesi prima, il ripescaggio, un nuovo allenatore, le difficoltà economiche, ragazzini che esplosero, giocatori inespressi fino ad allora (come il Mister stesso) che divennero grandiosi nello spazio di poche settimane, un gioco e un’atmosfera cittadina che andavano di pari passo, il match quasi “spareggio” all’ultima giornata, una curva rinata dopo i fasti di fine anni 70, etc. etc. Pagano fu uno di questi ingredienti magici! Bellissima la parte dove descrive il clima di goliardia e “guasconismo” che si rifletteva nel gioco stesso in campo! Che epoca! Che brividi!!!!
scusa volevo scrivere paziente per….
Ciao Johnny come va sotto a la madunin….è cominciata la stagione delle nebbie
…pazienza le altre due puntate della conversazione con Rocco Pagano e…scoprirai altre cose ma soprattutto nuovi aspetti della sua carriera a Pescara e nn solo…
PAG PAGAN
Bravo Vita!
Molti lo sanno ma ricordarlo è sempre bello: Maldini disse che Pagano fu l’ala più forte incontrata nella sua carriera.
Un’altra cosa che mi colpisce è “Addirittura, GALEONE chiese a tanti di noi in che ruolo preferissimo giocare, dimostrando grande intelligenza. ” per me dovrebbe essere un dogma di ogni allenatore ancora oggi chiedere la giocatore dove gli piace giocare, invece di castrarlo. Se possibile ancora prima di comprarli (o farseli prestare come fa cullù,che vu cumbrà..).
Paga Pagano…..grande Rocco. Un mito che ha vestito la nostra maglia.
SEBASTIANI VATTENE!
Rocco uno di noi per sempre
Grazie vitabiancazzura!
Vita ti invidio
Grazie vita👍
Grande Rocco , ad averli oggi dei giocatori così
È stato un onore per me avere questo incontro ravvicinato con Roccovolante …avrei voluto fargli altre 50 domande ma nn ho voluto trattenerlo troppo….come tentavano di fare quasi sempre inutilmente i suoi dirimpettai sulla fascia….😏😎
Ricordo che una domenica sera, ero ragazzino, in una pizzeria di Montesilvano mi trovai seduto con la mia famiglia di fronte al tavolo di Rocco e sua moglie… Mi tremavano le gambe, in tasca avevo il biglietto della partita di quel pomeriggio… Mi alzai e andai da lui con quel moncone di biglietto della curva chiedendogli l’autografo… Lui sorrise, e molto gentilmente firmò il biglietto… Poi mi diede una pacca sul braccio e mi salutò… Se avessi incontrato Maradona o Gullit quella sera, non sarei stato altrettanto emozionato.
Veramente bello, grande atleta e uomo riservato e pescarese di adozione. Un esempio sicuramente da seguire per I giovani di oggi che hanno tutto ma che in realta’ non hanno nulla
Lo leggo come se fosse oggi….
Bella questa. Complimenti. So che Pagano è molto riservato
Grande Vita, hai goduto, di’ la verita’?
@vita, GRANDE!!! Mi sono emozionato a leggerlo!!!

Grandissimo Rocco Pagano, mito assoluto