LA CONSACRAZIONE (2/5): nu sem’ n’atru pass!
22/11/2022
LA CONSACRAZIONE (4/5): beati noi… che siamo PESCARESI!
22/11/2022

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Finalmente sono le 16,00 con la prevista apertura dei cancelli. Una vera assurdità aprirli solo due ore prima che inizi la partita, in presenza di un afflusso come questo; se l’avessero fatto almeno un’ora fa, come un filo di ragione suggeriva, tutti noi ci saremmo risparmiati incidenti e nervosismo fuori luogo. E infatti, chi ha scelleratamente “seminato” questo nervosismo “raccoglie” i frutti molto prima del previsto, cioè adesso.
Una volta superato il primo controllo dei biglietti, ci troviamo di fronte a una vera muraglia di celerini e carabinieri, chiamati a una rigorosa perquisizione che impedisca l’entrata di qualsiasi oggetto anche ipoteticamente pericoloso. I quali celerini e carabinieri hanno l’infelice idea di decidere l’improvviso divieto (quindi senza alcun preavviso) per aste di bandiere (eccetto quelle di plastica), bacchette per tamburi, batterie dei vari gruppi-tromba, piatti, tamburi troppo grossi, fumogeni, fiaccole, eccetera; in poche parole, non potremmo far entrare niente. Vogliono pure srotolare tutti gli striscioni e le bandiere più grandi, per controllare se abbiamo nascosto qualcosa all’interno.
Lo hanno deciso ora, in questo momento qua.
Noi non abbiamo due striscioni e quattro bandiere. Noi abbiamo un numero imprecisato di bandieroni e di striscioni (dei quali il più piccolo misura 10 metri); t’immagini il caos?
Noi non possiamo srotolare striscioni e bandiere perché … che resti tra noi … al loro interno c’è davvero nascosto quanto basta per poter aprire due negozi: uno di ferramenta e l’altro un’armeria …
Ora sarebbe sufficiente una semplice e pacifica discussione per spiegare ogni cosa e mettere tutto a posto, ma dopo lo stress nervoso sopportato nelle ultime ore, e pur con tutta la buona volontà di questo mondo, siamo molto distanti da una condizione mentale “francescana”. E quindi, un po’ in tutto il piazzale della Curva scoppiano subito violenti scontri verbali quali scontata e veloce premessa al massiccio tentativo di travolgere il cordone d’ordine e far passare l’attrezzatura per il tifo senza troppe storie e storielle. Oltretutto, negli altri settori dello stadio non è in atto la stessa severità, nemmeno nella Curva San Luca dei monzesi. Perché?
Il “perché” ci viene immediatamente dissolto da un ufficiale presente nei pressi: “Perché le Questure di Pescara e Bologna vi hanno segnalato come una delle tifoserie più pericolose d’Italia” … Noi?… Noi saremmo una tifoseria da “allarme rosso” per le Forze dell’Ordine? E in base a cosa?… Una discussione che, puoi immaginarlo, potrebbe tranquillamente durare minimo quattro ore, nonostante l’intervento autorevole del signor Manzo, di Luigi “il tesoriere”, di Erminio e altri del CCCB. E secondo te, noi abbiamo tempo e pazienza per stare qui a discutere quattro ore? O anche solo due? Foss’anche solo mezz’ora?
Perciò, il patetico e divertente teatrino in atto finisce nella maniera più scontata di questo mondo: la marea di gente, che continua ad affluire a getto continuo, s’ingrossa e s’ammassa … s’ammassa e s’ingrossa … finché basta una sola voce, una sola, forte e squillante: “Ma ‘ngi rumpet’ lu cazz pi’nnind pi’nnind …”! E tutto viene travolto. Molti celerini e carabinieri finiscono a terra ed evitano di essere calpestati solo grazie alla prontezza dei loro colleghi, che immediatamente aprono varchi di sfogo verso l’accesso alle gradinate.
Questo è ciò che si ottiene con l’improvvisazione quanto mai arbitraria e un tantino dilettantistica: il super-controllo non c’è stato, il normale controllo nemmeno, in Curva è entrato di tutto. Il rischio di un calpestamento è stato evitato per un pelo; il nostro nervosismo è praticamente raddoppiato.
Era proprio necessario?
Nonostante questo momentaccio davvero difficile, la programmata organizzazione all’interno della Curva non ne risente affatto e tutto si svolge alla perfezione; anche in questo caso c’è da stropicciarsi gli occhi e chiedersi se sia tutto vero.

Balconata centrale a noi del Pescara Rangers, come da accordi “democraticamente imposti” già in settimana. Ai nostri lati Ultras e Pescara Commandos, poi via-via tutti gli altri, mentre i “secondi” striscioni di ogni gruppo vanno sotto, alla cancellata di recinzione che ospita anche una vera e propria “esposizione universale” di striscioni “forestieri”: in parte sono quelli fregati da noi durante gli ultimi tempi (Ultras e Let’s Go Boys dei “sambini”, Lazio Club Cisterna di Latina, Red Fable degli anconetani, Falange d’Assalto e Fighters dei riminesi … eccetera), in parte sono quelli delle tifoserie oggi schierate al nostro fianco: Panthers dei cremonesi, For Ever Ultras e Boys S.A.N. degli interisti, For Ever Ultras dei bolognesi, Ultras del vicentini, Fossa dei genoani, un Ultras che credo sia degli spezzini, uno striscione giallorosso del quale non ho la minima idea, e non so più quanti altri, quasi tutti a me sconosciuti.
Sono arrivati anche diversi esponenti dei pistoiesi, probabilmente intenzionati a ricucire lo strappo, e del CUCS romanista, tra cui Geppo “il folle” e Giovanni “tzigano”, venuti a curiosare (cioè ad ammirare, ma non lo ammetteranno mai …) la tifoseria che loro stessi definiscono “padrona assoluta della Serie B”. Non hanno portato il loro striscione da trasferta perché, sapendo in anticipo quali altre tifoserie avrebbero trovato dentro questa Curva, le possibilità di riportarlo poi a casa sarebbero state molto ridotte, ma la volontà di stringere una prima amicizia con noi è lampante, magari destinata ad evolversi anche verso un vero gemellaggio nel tempo. Il comune odio verso i laziali, poi, non può che facilitare il discorso; si vedrà. Si vedrà soprattutto in occasione delle due partite del prossimo campionato … di Serie A, naturalmente.
La stessa volontà di amicizia, quale introduzione a un possibile gemellaggio futuro, ce l’hanno un po’ tutti e lo chiedono apertamente: non solo bolognesi e juventini, con i quali il discorso è aperto già da tempo, ma ora anche interisti e genoani, i quali non perdono occasione per “rammentarci” con decisione la stronzaggine dei milanisti (sasso a Rivera, eccetera …) e dei doriani (campo neutro a Massa). Il “bello”, per così dire, è che i doriani ci sono davvero: sono venuti anche loro (in quattro) e, dopo aver “avvistato” i genoani, hanno preferito posizionarsi piuttosto distanti dal “fuoco” della Curva, onde evitare casini fuori luogo.
Un vero e proprio assalto lo subiamo (è il caso di dirlo) dalle altre tifoserie cosiddette minori, ma ciascuna con una propria dignità pari a qualsiasi altra di Serie A: mantovani, parmensi, reggiani, novaresi, spezzini, lucchesi livornesi, pisani, padovani, spallini, carraresi … anch’essi ben sparpagliati in modo da evitare “incontri ravvicinati” piuttosto sgraditi. E poi quelli del Montevarchi, del Sassuolo, del Prato, del Carpi, del Lecco, del Rovigo … Faenza, Imola, Fiorenzuola, Lodi … una lista infinita di tifosi che sbucano da tutte le parti, di squadre che conosco appena e delle quali ignoro persino il campionato di appartenenza; c’è davvero da perdersi in mezzo a questa gioiosa “babele” di dialetti e colori. Tutti venuti a conoscerci e a farsi conoscere, ma soprattutto a omaggiare la Nord Pescarese come la migliore Curva emergente in Italia; insomma, una di quelle tifoserie che, al momento, è meglio avere dalla propria parte, piuttosto che contro (parole loro, testuali). Non per niente, sono tutti attrezzati con il meglio del materiale da scambiare (sciarpe, adesivi, toppe, distintivi, foulard, eccetera), com’è comunemente d’obbligo nel momento in cui si stringe un “patto”.
Sono totalmente e gioiosamente disorientato.
In questo stadio si sta per giocare la partita che, tra Serie A e Serie D, è senza alcun dubbio la più importante dell’annata calcistica, ma io ho l’impressione di essere nel bel mezzo di un vero e proprio “congresso nazionale” delle tifoserie; da chi ha appena vinto lo Scudetto a chi è dolorosamente retrocesso in Eccellenza, c’è di tutto. E parlo di “congresso” non solo a titolo scherzoso perché, se è vero che molte tifoserie fanno ben attenzione ad evitarsi, è altrettanto vero che molte altre approfittano di questa occasione per discute e ri-discutere i loro rapporti, magari per risolvere questioni lasciate in sospeso da anni. Una Babilonia del tifo che da un lato può produrre impensabili riappacificazioni e imprevisti patti d’amicizia, ma dall’altro lato si espone al rischio concreto di scontri che, invece, noi vogliamo assolutamente evitare; e lo abbiamo detto (anzi urlato) a tutti sin da subito.
Fuori di qua fate quello che volete: amatevi alla follia, scannatevi senza pietà … sono fattacci vostri; ma qui dentro, in questo luogo che oggi pomeriggio è solo “casa nostra”, non ci sarà una sola virgola fuori posto.
L’intento riesce più o meno alla perfezione finché, quasi inevitabilmente, entrano in contatto bolognesi e interisti, come pure juventini e romanisti, e la situazione si fa subito difficile … per usare il solito eufemismo. Per cui, ora abbiamo pure questo compito supplementare, quanto mai arduo.
Il primo tafferuglio verbale scoppia proprio tra bolognesi e interisti, non tanto per le vecchie ruggini, quanto soprattutto per motivi politici e a causa dello striscione “For Ever Ultras”. Sono le uniche due tifoserie italiane ad avere questa denominazione, cosicché adesso s’è creata una rigidissima contrapposizione. Da una parte, i bolognesi giurano di esserne stati gli inventori, per cui ne rivendicano la paternità e diffidano gli interisti dal continuare ad esporre una “copiatura”. Dall’altra parte, gli interisti accusano i bolognesi di essere stati loro a copiare, più precisamente in occasione di una trasferta a Milano, quando il gruppo nerazzurro era alle origini e aveva uno striscione molto piccolo, perciò sconosciuto ai più. Dunque, i bolognesi ne avrebbero approfittato per copiare “in grande” la denominazione, così da farla diventare famosa in tutta Italia con il proprio marchio.
Detto tra noi, è vera questa seconda versione, ma le due tifoserie ovviamente non vogliono saperne di cedere e, anzi, in pochi minuti passano alle vie di fatto, con ripetuti e reciproci tentativi di fregare lo striscione avversario, allo scopo di fare “giustizia morale”; tentativi che falliscono solo grazie al nostro intervento “separatorio” e pacificatore. Per il resto tutto calmo, a parte qualche parola di troppo e un paio di schiaffi per via delle … troppe birre tra cremonesi e mantovani, come pure tra spezzini e pisani, ma ci può stare; all’interno di un’irripetibile festa come questa ci può stare.
Si sta spargendo una voce alla velocità della luce: sono venuti pure gli Ultras Samb, appositamente per riprendersi i due striscioni (che i nostri Ultras gli hanno clamorosamente fregato poco più di un mese fa) e, a quanto pare, si fanno accompagnare dalla Polizia, poiché possono contare anche sulla denuncia “per furto” (!!!) fatta a suo tempo e della quale avrebbero portato una copia. Il “guaio” (detto con tutta l’ironia di questo mondo) è che la voce risulta assolutamente vera.
Torno a sottolineare il bassissimo livello intellettivo e la dignità azzerata di chi sporge denuncia per uno striscione fregato. Torno a sottolineare che finora, a parte i chietini (ovunque e comunque “fuori concorso”), un gesto del genere l’abbiamo visto fare solo dagli ascolani (neutro di Ancona); pertanto, dobbiamo per forza dedurre che … “marchiGGiani” si nasce, c’è poco da fare.
Va bene: aspettiamo che (finalmente!) i “sambini” si rendano visibili … magari sottobraccio agli agenti di PS, e vediamo cosa succede. Così ci facciamo pure due risate.

La cancellata della Curva Andrea Costa con gli striscioni dell’onnipresente Club Alta Brianza (500 soci!) e Club Popoli. Sotto: For Ever Ultras del Bologna e Panthers della Cremonese. Di seguito, il mitico Pescara Club My Lord Montesilvano e il nostro primo Pescara Rangers.

Nel frattempo, dalla Curva San Luca s’intravedono alcune persone che invadono il campo e si dirigono verso di noi, sembra con fare non minaccioso … e vorrei pure vedere!… Sono milanisti che, una volta sicuri di potersi avvicinare senza rischi, ci fanno sapere che stanno con i monzesi non certo per schierarsi contro di noi, ma solo per via del noto gemellaggio ferreo e ormai pluriennale con la tifoseria brianzola. Immediato intervento di bolognesi e interisti, ma anche dei cremonesi (oggi straordinariamente agitati), i quali ci spiegano con un certo fervore che è tutta una bufala, una lurida azione di leccaggio, e che alla prima occasione si rimangeranno ogni parola; né potresti aspettarti niente di più da chi è gemellato con i granata.
Se ne tornano dalle loro parti letteralmente ricoperti di insulti provenienti dalle tre suddette tifoserie, alle quali si aggiungono pure juventini e romanisti; il tutto, incorniciato dal nostro più totale disinteresse. Se i milanisti vogliono anche solo iniziare a parlare con noi devono fare una sola cosa: portarci in carne e ossa (… se le ha …) il loro “cecchino” che all’Adriatico ha fiondato la pretata a Rivera. Non per linciarlo, non per impiccarlo in piazza, ma semplicemente per costringerlo a fare pubblica ammissione davanti a tutta la “professionale” stampa locale e nazionale che, a distanza di un anno e mezzo, continuano ancora a scrivere del … “cecchino pescarese che ha fatto vergognare l’intero Abruzzo”. Cose da pazzi!
Perciò, cari milanisti, finché non ci portate l’autore di quella lurida infamata, ogni discorso è chiuso in partenza; sia ben chiaro. Dunque, per oggi il fallimento della vostra “ambasciata” è totale.
Sono passate da poco le 17,00 e lo stadio è già esauritissimo in ogni suo metro quadrato; parterre compresi, con la ripartizione già ampiamente prevista. Curva Andrea Costa, Distinti e Tribuna interamente biancazzurri, Curva San Luca divisa idealmente in tre fasce più o meno uguali: quella centrale tutta biancorossa, le due laterali tutte biancazzurre. Quindi, a conti fatti, ci sono non più di 3.000 monzesi (infatti, a Monza sono stati venduti 2.800 biglietti) mentre i restanti 43.000 tifano o parteggiano per il Pescara; e se anche vogliamo togliere qualche migliaio di bolognesi ed emiliani in genere, si conferma che i cuori biancazzurri sfiorano tranquillamente i 40.000, giacché sono entrati anche centinaia e centinaia di “portoghesi”, ai quali si aggiungono altrettanti “portoghesi autorizzati” (accrediti, inviti, ”amici”, parenti, “amici degli amici”, ruffiani, politici, lecchini, eccetera) e sono tutti rigorosamente pescaresi!
Questi i freddi numeri appartenenti all’incontestabile e immodificabile matematica, quelli che restano stampati e indelebili sugli Almanacchi e nelle biblioteche italiane. Tutto il resto è chiacchiera, inesorabilmente destinata ad essere portata via dal vento.
Con buona puntualità e rispetto del programma, sulla pista d’atletica entra il maratoneta Giuseppe Perfetto, accolto da un’ovazione che si sognerebbe persino Beppe Saronni all’Arena di Milano (il classico arrivo del Giro d’Italia). In altri momenti, il buon Giuseppe non se lo sarebbe filato nessuno, se non addirittura per fischiare e sfottere il suo gesto quantomeno “antiquato” ed esibizionista, ma oggi è ovvio che si approfitti di qualsiasi occasione per fare festa, ovvero per dare sfogo all’altissima tensione accumulata soprattutto da San Benedetto in poi; c’è un’atmosfera tale che, credimi, oggi verrebbe festeggiato alla grande anche il … “magico duo” (Falini-Patricelli, autore della Vergognosa retrocessione del 1972 in Serie D), magari per ringraziare entrambi d’aver procurato quell’immane catastrofe calcistica dalla quale poi ha avuto inizio l’attuale Paradiso.

Il Pescara “in borghese” un’ora prima della partita. Da sinistra a destra si riconoscono Cinquetti e Santucci (sempre più sbigottiti), Capacchietti (sull’orlo di una crisi di pianto) e Angelillo (sotto shock).

Quasi in contemporanea, dal sottopassaggio che sta proprio sotto la nostra Curva spuntano le due squadre in borghese, per la rituale ispezione del campo; oggi ancor più doverosa per via della pioggia caduta fino a poco fa.
Delirio. Ai confini dell’isterismo collettivo.
Probabilmente, proprio queste ripetute ovazioni biancazzurre a distanza di pochissimi minuti sono la causa degli incidenti che si stanno scatenando in Curva San Luca tra le opposte tifoserie. Non s’è capito chi ha provocato chi, ma se ne vedono senz’altro le conseguenze: una scazzottata gigante, durante la quale i tifosi biancazzurri, che pure sono … “dovrebbero” essere … la frangia più tranquilla dell’esodo, chiudono a “tenaglia” il gruppo biancorosso sistemato al centro. Ancora un fuggi-fuggi generale dei monzesi, alcuni dei quali pensano bene anche di staccare in fretta e furia qualche loro striscione per portarselo via ed evitare che venga fregato.
Poveracci!… Da quando hanno messo piede a Bologna non fanno altro che correre, ora in una direzione, ora in un’altra. È il risultato ottenuto da chi nella partita d’andata si è comportato nella maniera ormai nota a tutti e poi, per completare l’opera, allo spareggio si portano dietro milanisti e granata. Senza questo “seguito di cari amichetti” a dir poco provocatorio, ai monzesi non li avremmo neanche visti … proprio nel senso più oculistico del termine.
E infatti: in un clima del genere, predicare atteggiamenti filosofici diventa utopia pura, per cui gran parte della nostra Curva decide che l’occasione per “scambiare quattro chiacchiere” con i lumbard non vada assolutamente persa, vuoi perché con i monzesi si spera di non incontrarci mai più prima del Duemila, vuoi per dare i doverosi “preavvisi” a rossoneri e granata in vista dell’anno prossimo. Una decina, tra Rangers e Ultras (con in testa Papalina, Roberto “cortella”, Marcello “bucchin” e Mauro “marucchin”) invadono il campo e raggiungono la Curva opposta prim’ancora che il servizio d’ordine bolognese abbia il tempo di rendersene conto.
La “fetta” biancorossa della Curva San Luca diventa il bersaglio di lanciarazzi e fiaccole accese, con la primaria e viva speranza di colpire qualche rossonero o granata. Fuggi-fuggi generale verso le uscite … tanto per cambiare … mentre le due “fette” biancazzurre della stessa Curva in parte applaudono con entusiasmo e in parte rincorrono i lumbard in fuga per prenderli a zampat’in culo, giacché (a quanto pare) la convivenza è stata da subito molto meno tranquilla di quanto apparisse dalla “Andrea Costa”. Vengono anche fregate alcune bandiere biancorosse e un piccolo striscione monzese, appeso alla cancellata interna, tra l’ovazione dell’intero stadio.
Immediato intervento della Celere, che tenta di “chiudere” gli invasori con uno schieramento “a imbuto”, ma l’operazione non riesce, anzi si trasforma in una delle scene più comiche che io abbia visto dentro uno stadio, poiché rincorrere gente come Papalina, Roberto, Mauro e Marcello su un terreno reso scivoloso dalla pioggia significa come minimo “andarsene di coccia” dopo pochi metri, ed è quello che accade a più di un celerino, uno dopo l’altro come in un “domino”; roba da far passare di moda anche Stanlio e Ollio!…
L’intero stadio si sta sbellicando dal ridere, e l’ovazione che saluta il ritorno dei dieci in Curva è di quelle da “plaza de toros”. Pensa che nei Distinti, in mezzo ad un vero mare di bandiere biancazzurre, sventola solitaria una bandiera monzese ma nessuno la degna della pur minima attenzione; insomma, fa persino tenerezza.
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Gabriele (“Gaby”) Orlando
[estratto dal (mio e vostro) diario del PESCARA RANGERS]

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1231 GIORNI di SERIE C, 4679 di PRESIDENZA SEBASTIANI

 

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