AI TEMPI DEL CORONAVIRUS (38): 13 GIUGNO, 14… CHI OFFRE DI PIU’?
19/05/2020
AI TEMPI DEL CORONAVIRUS (39): SI PARTE? 1,2,3… STELLA!
20/05/2020

Martedì, 21 giugno 1977 (continua) – 
Link alla parte precedente.
(…) E’ un calendario che sembra favorirci non poco, direi persino “troppo”, in quanto alle date. Perciò, considerando che ce la vediamo con le due super “protette” della Serie B, un interrogativo invade subito l’intera tifoseria Biancazzurra: cosa c’è sotto? Siamo involontari e increduli beneficiari di un clamoroso errore (nel senso che il nostro calendario era riservato al Cagliari)? Oppure questo è il classico e illusorio zuccherino che maschera il successivo salatissimo prezzo da pagare per aver “osato” ostacolare Sua Maestà?
In ogni caso, adesso le mille ipotesi, i tremila dubbi e i cinquemila sospetti vanno subito messi da parte perché è la realtà del momento che conta di più. Infatti, sono passati nemmeno cinque minuti dall’esposizione del mega-manifesto e dentro al Regalo Artistico ci sono non meno di 50-60 persone stipate come un bus urbano all’ora di punta, veri e propri elefanti in un negozio di cristalli (mai modo di dire fu più appropriato) che vogliono prenotare viaggio e biglietto-stadio per Terni e addirittura anche per Bologna. Naturalmente, il signor Manzo deve dire a tutti che se ne parlerà non prima di domani. E per sgomberare il negozio dobbiamo profondere una fatica immane, poiché i presenti sono talmente eccitati da prenderla addirittura male e ci accusano di essere “impreparati” ad un evento del genere; addirittura di inventare scuse per liberarci di loro. Nessuno ha la mente abbastanza lucida da ricordare che il calendario degli spareggi è “uscito” meno di un’ora fa, ma ovviamente è una “caloria emotiva” a dir poco giustificata.
Insomma, qui c’è gente … molta gente … che sarebbe pronta a partire stasera stessa. E t’assicuro che non è solo un modo di dire. Del resto, è assolutamente comprensibile, perché è la prima volta in assoluto che Pescara vive l’indicibile “elettricità” degli spareggi, per di più in Serie B, per di più non con squadre qualunque, ma nientemeno che con Cagliari e Atalanta, cioè le nostre “nemiche” giurate di questo campionato; e non solo al riguardo del campo di gioco, anzi … Di fatto, siamo nello stesso stato d’animo di chi sta per iniziare le partite del prossimo “Mundial ‘78” in Argentina.
Con non poca fatica siamo riusciti a svuotare il negozio, ma nessuno è andato a casa: i tifosi sono tutti là fuori che, attraverso le vetrine, “controllano” ogni nostra mossa!… né più né meno come se stessimo nascondendo chissà quale “segreto”. Invece, molto più seriamente, stiamo iniziando un’infinita sequela di telefonate a tutte le ditte di trasporti conosciute e sconosciute, in modo da reperire quanti più pullman possibili. I timori sono tanti, ben sapendo che questo è periodo di gite scolastiche, gite sociali, pellegrinaggi vari, e purtroppo si rivelano da subito timori fondati: i pullman trovati sono appena cinque, che non basterebbero neanche per il “nucleo centrale” del Pescara Rangers, al quale occorre aggiungere il gruppo ex-Ultras e il gruppo-Erminio.
Il signor Manzo pensa così di telefonare a “shting shtracch” per sentire se al CCCB hanno nel frattempo trovato una soluzione, ma si sente rispondere: “I pullman non si trovano più perché li abbiamo prenotati tutti noi sin da ieri. Abbiamo infatti ricevuto già 5.000 richieste ‘al buio’, cioè qualunque fossero state le città degli spareggi”. Il messaggio sarà anche in codice, ma è comunque di una chiarezza disarmante: “Noi siamo a posto, voi arrangiatevi”.
Capito, che roba? Stiamo vivendo la “pagina d’oro” della nostra Storia, e c’è gente che ragiona in questo modo … in questo momento … senza fare nulla per nasconderlo.
Proprio con l’ultima telefonata prima di chiudere, il signor Manzo trova altri cinque pullman presso una piccola ditta del chietino, ma ci avvisano subito che si tratta di mezzi molto vecchi, del tipo “anni Cinquanta”. Pur nell’emergenza in cui (evidentemente) ci troviamo, non ci sembra proprio il caso di affrontare una trasferta in quelle condizioni; non tanto per la comodità in sé (siamo prontissimi a viaggiare anche su tavole di legno), quanto piuttosto per il concreto rischio di guasti che ci farebbero restare a piedi in mezzo alle montagne. Perciò, ringraziamo per la lodevole onestà e decliniamo l’offerta senza pensarci un attimo di più.
Si sta profilando un casino senza precedenti, proprio perché senza precedenti è l’evento che Pescara si appresta a vivere e verso il quale, ci tocca ammetterlo, siamo visibilmente e inevitabilmente impreparati per mancanza di esperienza. Ma perlomeno un’ottima notizia ce l’abbiamo già in serata: il signor Manzo ci anticipa che per noi Rangers la quota sarà di sole 2.000 lire, mentre manterrà invariata quella per l’Excelsior (5.000 lire); in altri termini, tutti i contributi e aiuti vari che riceverà verranno utilizzati per noi ragazzi. Meno male, perché a livello economico siamo messi malissimo, talmente male che noi del “gruppo-capo” abbiamo già elaborato una mezza idea per racimolare i soldi necessari: non potendo più “spremere” nonni, zie e familiari vari, ci resta solo da “prelevare” (per così dire) un po’ di materiale del Club Excelsior (gagliardetti, cappellini, riviste, eccetera) per poi rivenderlo in questi giorni, andando porta a porta nel senso più letterale del termine. Sì, hai capito benissimo: andiamo casa per casa, suoniamo il campanello e a chi ci apre chiediamo di acquistare il suddetto materiale a offerta libera.
Non neghiamo che ci vorrà una faccia di bronzo senza pari, giacché mai e poi mai avremmo pensato di arrivare a tanto, ma per il Pescara siamo capaci di tutto.

Mercoledì, 22 giugno 1977
Manca più di un quarto d’ora alle 9, e un po’ tutti i negozi devono ancora aprire (compreso il Regalo Artistico), ma noi siamo già là davanti per assicurarci i primi posti sul pullman: io, Ciro, Riccardo e un suo amico, Stani, Stefano “vastese”, Maurizio “monax”, Colonna, “smarfulone”, Aldo, Francesco “tolmino” e un suo amico. Mancano Fabrizio, che sembra vada in auto con i suoi, e Maurizio “lu ruman”, che purtroppo continua a non avere il permesso familiare per fare trasferte. Siamo anche andati in gruppo a casa sua, proprio per convincere i genitori attraverso la “via pietosa” della serie: andiamo tutti tranne lui, ma abbiamo solo peggiorato la situazione, perché le nostre insistenti suppliche hanno provocato la reazione furiosa della mamma e soprattutto del padre, che manca poco ci cacci via in malo modo.
Non siamo i soli ad aver avuto l’idea di essere qui così in anticipo perché, nonostante l’ora lavorativa, ci sono decine e decine di persone in coda per prenotarsi. Fortunatamente, sono tutti adulti che fanno i biglietti da 5.000 lire cosicché, seppure a fatica, riusciamo a raggiungere il banco e fare i primi biglietti del nostro pullman “speciale”. Il più contento è proprio il signor Manzo, ormai affezionato a noi come fossimo suoi figli (e viceversa, naturalmente), e la nostra euforia è quella di chi ha appena vinto una medaglia d’oro alle Olimpiadi.
Potremmo tranquillamente andarcene, magari a festeggiare l’impresa, ma decidiamo di restare perché il signor Manzo ha visibilmente bisogno d’aiuto, mentre la moglie Vittoria e la figlia Tina fungono da “ufficio informazioni” per il continuo via-vai di gente. Stando qui capisci fino in fondo cosa significa questo evento, respiri a pieni polmoni un’atmosfera così esaltante da far fatica a credere che il sogno di sempre stia diventando realtà. In fondo, siamo una città che non arriva nemmeno a 150 mila abitanti, ma le previsioni (fondatissime) dicono che stiamo per muovere più tifosi di quanto ne muovano Roma e Napoli, e ci apprestiamo a portare in una trasferta (non certo tra le più agevoli) lo stesso pubblico che affolla l’Adriatico nelle partite importanti. In proporzione, è come se la Roma o il Napoli fossero seguite da settantamila persone.
Altro che Storia Biancazzurra!… Stiamo scrivendo un pezzetto della Storia Nazionale Italiana, perché qui non è solo questione di calcio (pur “infuocato”), ma entrano in ballo argomenti socio-politici che solo il calcio stesso è capace di generare, anche se forse ora (che ci stiamo dentro) non ce ne stiamo rendendo conto pienamente, ma lo capiremo molto di più fra un po’ di anni quando, guardandoci indietro, scopriremo d’aver realizzato e vissuto l’inimmaginabile. E scopriremo che è tutto vero.
Dobbiamo però tornare all’attualità, per certi versi preoccupante: se non troviamo prima di subito una soluzione alla penuria di pullman qui accade il finimondo. La soluzione resta una sola ed è quella di cui già ieri pomeriggio si vociferava all’Excelsior: il treno speciale. Anche perché, lo stadio “Liberati” è molto vicino alla stazione, quindi facilmente e rapidamente raggiungibile. Ed infatti, a nostra insaputa (probabilmente per farci una sorpresa), il signor Manzo si è già messo in azione per “pressare” le FF.SS., non senza l’ormai fondamentale appoggio del genero (che è macchinista). I primi risultati arrivano già a tarda mattinata, proprio quando stiamo per andarcene a casa: è il genero in persona che arriva in negozio di ritorno dagli uffici della Stazione Centrale e porta un programma di massima appena stilato dalle Ferrovie. Scartata da subito l’improponibile linea via Sulmona-L’Aquila-Rieti, si va per Ancona-Foligno, con partenza alle ore 9,00 e arrivo a Terni alle 14,45, per poi ripartire da Terni alle 20,20 e arrivo a Pescara alle 2,00.
Cos’è, uno scherzo? (di cattivissimo gusto). Più di cinque ore e mezza per fare 329 km.? Lo stesso tempo con cui un “normale” treno di linea arriva a Piacenza (500 km.)? Nemmeno nell’Ottocento, con i primissimi locomotori a carbone, accadeva niente di simile! La spiegazione è già bell’e pronta: la tratta Falconara-Terni è a binario unico e, di conseguenza, ci verrà assegnata una percorrenza secondaria, vale a dire che tutti i treni di linea (anche i “Locali” …) hanno la precedenza; per cui, ci toccheranno non poche soste forzate in quelle “favolose” stazioncine sperdute. Prendere o lasciare.
Non è tutto, perché la seconda “chicca” arriva a proposito della quota di partecipazione: 6.600 lire per gli adulti e 3.500 lire per i ragazzi (fino a 14 anni), ma questi sono i prezzi che il signor Manzo può applicare grazie al contributo promesso dalla Pescara Calcio (tre milioni di lire), perché quelli effettivamente chiesti dalle Ferrovie sono ben superiori, essendo corrispondenti alla Tariffa n. 1 (ordinaria); di fatto, è stata totalmente ignorata la Tariffa n. 3 specificatamente “ridotta per manifestazioni”, senza spiegare il perché.
Serve commentare? Siamo arrivati al punto da avere prezzi addirittura superiori a quelli dei pullman (normalmente, avviene il contrario). Per cui, la situazione è ormai chiarissima, poiché si ripete ormai da almeno due anni con puntualità svizzera: finché saremo dipendenti dal Compartimento FF.SS. di Ancona, e non ne avremo uno “abruzzese-molisano” tutto nostro, l’andamento pesantemente campanilistico (se non di puro ostracismo) sarà sempre questo, se non peggiore.
Intanto, i commercianti pescaresi hanno già chiesto di spostare la chiusura settimanale dal giovedì al sabato, per favorire l’esodo verso Terni, ma è già sicuro che non se ne farà niente perché l’iter burocratico è piuttosto lungo e non ce n’è più il tempo materiale. Poi magari qualche anima buona ci spiegherà per quale motivo una decisione così semplice necessita di un “iter piuttosto lungo”; bisogna chiedere il nulla osta del Papa? Occorre un Consiglio dei Ministri in seduta speciale? Le congiunzioni astrali non sono favorevoli? Non si sa. In compenso si sa già che i tifosi-negozianti hanno deciso autonomamente e sabato, permesso o non-permesso, le saracinesche resteranno ugualmente abbassate. Anche perché, non si vede che senso avrebbe restare aperti, a consumare energia elettrica e tutto il resto, in una città deserta.
Restando in tema, oggi pomeriggio il signor Manzo e famiglia hanno riaperto il Regalo Artistico con oltre mezz’ora d’anticipo per far fronte alle pressanti richieste. Corso Umberto è ancora immerso nel semideserto tipico dell’immediato dopopranzo estivo… tranne all’Excelsior, dove invece la fila dei tifosi in attesa ha invaso tutto il marciapiede e arriva fino al giornalaio di fronte. Sono in gran parte ragazzi che vogliono un posto sui pullman dei Rangers, avendo peraltro saputo del costo semi-regalato, ma sarà impossibile accontentarli tutti, nonostante nel frattempo sia stato reperito un sesto bus. Il fatto è che qui ognuno chiede 10, 15 o anche 20 biglietti, per cui … mentre bevi un bicchiere d’acqua è andato già esaurito un intero pullman.
Entriamo io e Riccardo e, nel breve volgere di qualche minuto, ci ritroviamo dietro il banco a dare una mano, sia per ordinare il flusso e il deflusso, sia per dare informazioni e aiutare a riempire le ricevute delle iscrizioni. Cominciamo anche le prenotazioni per il settimo pullman perché, dice il signor Manzo: “Da qualche parte lo troverò senz’altro. Di sicuro non lascerò a piedi tutta questa gente”. Inutile dire che il settimo lo riempiamo in meno di un’ora, perciò ora dobbiamo trovarlo davvero, sennò chi glielo dice a queste “belve” che era solo una speranza?
Per tutto il pomeriggio, non c’è un solo istante che il negozio fosse semivuoto; uno stress indicibile! In effetti, la “spedizione di Terni” sta diventando un problema molto più serio del previsto perché, oltre all’ormai conclamata penuria di pullman, arrivano le prime voci su serie difficoltà per l’organizzazione del treno. Non è esagerato dire che si comincia a respirare aria di panico.
Insieme alle prime voci, a metà pomeriggio arriva anche una telefonata di Stracca. Per iniziare, ci annuncia che gli emissari del CCCB sono tornati da Terni con i 12.000 biglietti dello stadio, concessi dalla Ternana su delega della Lega … de-Lega … sembra un gioco di parole; biglietti che sono già in vendita da oggi pomeriggio nella sede di via Napoli n. 9. E poi ci ribadisce di non poterci dare una mano a proposito di pullman perché, anzi, ne ha bisogno a sua volta: i trenta prenotati dal CCCB sono stati esauriti in mezza giornata, e ora ci sono richieste per minimo altri quaranta.
Nel frattempo, è diventato pressoché impossibile trovare anche i pullman scassati ”Anni Cinquanta” in giro per l’Abruzzo, quelli che ieri abbiamo quasi schifato e che già oggi saremmo disposti a implorare, ma sono stati reperiti tutti dalle comitive in partenza da … ovunque: Bussi, Caramanico, Scafa San Valentino, Ari, Crecchio, Marane, Tagliacozzo, Avezzano, Celano, Carsoli, Montorio al Vomano, Cellino Attanasio, Silvi, Roseto, Fara Filiorum Petri, Casoli, Guardiagrele … persino due da Termoli e uno da Larino; quindi, non si tratta più della provincia pescarese e della cintura metropolitana, ma si va addirittura oltre i confini regionali. Paesi che fino a ieri non avevo neanche sentito nominare e che, invece, sono “in gioiosa agitazione” quanto noi per tifare Biancazzurro, nonostante all’orizzonte ci sia un viaggio tutt’altro che agevole. Simpaticissimo il nascente Club di Casacanditella, con sede al Bar Lemme, che ha riempito due pullman (ma molti altri vanno con le auto proprie) al grido di: “A casa solo i novantenni”, uno slogan che sta diventando famoso in tutta la regione ed è stato già ripreso da qualche quotidiano. Ammesso che i novantenni vogliano restare a casa.
Ma a fare davvero sensazione è la carovana in partenza da L’Aquila!… Sì, proprio dalla città con la quale abbiamo guerreggiato (e non solo metaforicamente) appena qualche anno fa in occasione della famosa “Rivolta per il Capoluogo” regionale; e chi ha vissuto il giugno 1970 sa bene che il termine “rivolta” è del tutto aderente ai fatti. Siamo sempre stati fumo agli occhi (e forse anche peggio) gli uni per gli altri, ma ora una delegazione aquilana è arrivata sino a Pescara per acquistare ben 300 biglietti. Si tratta della carovana organizzata da Nicola Bellicoso, notissimo esponente dell’Aquila Rugby (ma io non ne ho mai sentito parlare), in partenza per Terni con pullman e auto private al grido di “Forza Pescara”! E con tanto di bandiere biancazzurre al vento, perché (dicono): “Basta con il dover andare fino a Roma per vedere una partita di Serie A dove, peraltro, nessuna delle due squadre in campo indossa una maglia abruzzese”.
Pensa che fino a qualche anno fa il grido di battaglia aquilano era: “Tutti a Roma, per boicottare i mercati, i negozi e gli ingrossi pescaresi”.
Mah! È proprio vero che il calcio fa quei miracoli che metterebbero in seria difficoltà persino i santi.
Ci sentiamo a tutti gli effetti la “Juventus d’Abruzzo”, cioè la squadra più blasonata e seguita della regione; anche dai villaggi collinari della nostra periferia ovest (ogni allusione non è affatto casuale). Un senso di orgoglio indescrivibile, ma anche altrettanta responsabilità perché questa fiducia sconfinata nei colori Biancazzurri non può assolutamente essere delusa; ora men che mai.
La telefonata di Stracca si interrompe bruscamente, non solo perché il signor Manzo è visibilmente adirato (per usare un eufemismo), sempre più convinto che il CCCB ci stia boicottando, ma soprattutto perché in via Napoli sta accadendo il finimondo ed è dovuta correre la Polizia a sirene spiegate (lo si sente anche per telefono) per tentare di rimettere ordine. Una ressa spaventosa che, oltre a bloccare l’intera zona, sta degenerando in tafferugli veri, non solo quelli verbali, per questioni di fila e di furbetti. È incredibile: sembra di stare alla guerra, quando ci si azzuffa anche tra fratelli per un tozzo di pane secco. Riuscire ad accaparrarsi quel pezzetto di carta colorata equivale ad aver risolto tutti i problemi della propria vita e, dunque, per riuscirvi si è disposti a tutto: c’è chi (avuta la soffiata per tempo) è in fila da quattro ore, chi ha saltato il pranzo, chi s’è preso un giorno di ferie, chi (appunto) fa il furbo e cerca di scavalcare la fila dicendo che abita nello stesso palazzo, chi finge di stare male per farsi portare dentro la sede … si è davvero disposti a tutto.
Nel frattempo, anche fuori l’Excelsior (già di per sé alle prese con lavori di ristrutturazione) c’è il caos più totale, oltre che il “tutto esaurito” dei frequentatori abituali, occasionali e dell’ultima ora. Un mare di gente euforica, intenta a parlare solo di Terni, di biglietti “già” fatti, di biglietti “ancora” da fare e di Pescara-Cagliari in duplice versione: quella giocata a maggio al Sant’Elia, targata Michelotti e assolutamente da vendicare, e quella che deve ancora venire, sulla quale l’unico dubbio esistente riguarda lo scarto di reti con cui il Pescara vincerà. E poi, questo “scandaloso scandalo” dei rigori e delle punizioni dal limite che hanno letteralmente trascinato il Cagliari fino al secondo posto. La sentenza è unanime: se al Cagliari danno un rigore anche a Terni, noi forse perderemo gli spareggi e la Serie A, ma puoi star certo che per l’arbitro di turno sarà la sua ultima partita.
È sbagliato ragionare in questi termini? Certo che è sbagliato. Ma la colpa è del tifoso, che sta letteralmente “scoppiando”, o di chi lo sta portando a “scoppiare” con uno scientifico stillicidio di porcherie calcistiche?
Riscuote totale approvazione anche l’iniziativa del sindaco Alberto Casalini che, come in tutti i momenti topici del calcio pescarese, non resta certo a guardare quello che ci accade intorno; tutt’altro. Nel caso specifico, data la gravità e l’importanza degli avvenimenti che si stanno susseguendo, non ha esitato un istante a inviare una lettera di educate ma decise proteste sia al presidente della Lega, dott. Antonio Griffi, sia al presidente della CAN, dott. Ferrari Aggradi. Ti riporto il testo integrale (pubblicato da Messaggero e Tempo):

Il campionato di serie B ha avuto un esito che lascia aperte le più palpitanti aspettative di alcune squadre. Come la stampa sta mettendo in evidenza da tempo, tutta la città di Pescara sta vivendo giornate di gioia esaltante e si prepara a seguire la squadra con tutto il suo appassionato calore anche nelle gare di spareggio. È una città intera unita attorno alla sua squadra che continua un’avventura meravigliosa con profondo spirito sportivo, tanto più che non è solo la vicenda di una città. È un’intera regione che, anche attraverso il calcio, chiede il riscatto da antiche inferiorità regionali. La città è perciò sicura che le regole sportive saranno serenamente applicate e che pertanto si potrà parlare, alla fine, veramente di un trionfo dello sport.

Come dire: a buon intenditor …
Mentre il nostro sindaco Alberto Casalini chiede solo il semplice e doveroso rispetto delle regole, niente di più, niente di meno, da Cagliari cominciano ad arrivare le prime reazioni al calendario degli spareggi. I piagnistei cagliaritani (… dai quali gli ormai “ex re” chietini hanno solo da imparare …) trovano il loro megafono nei soliti “quotidiani-gemelli”, al secolo Gazzetta “in rosa”, Corriere dello Sport e Unione Sarda dove, a tutta pagina, vengono posti i seguenti “tragici” interrogativi:
– Perché noi giochiamo due partite in 4 giorni e il Pescara ha una settimana di riposo?
– Perché Terni, dove il Pescara giocherà praticamente in casa?
– Perché non a Roma?
– Perché Genova, dove l’Atalanta giocherà praticamente in casa?
– Perché non a Firenze?
Come si sa, al piagnisteo bisogna comunque reagire in qualche modo, magari con una bella serie di “auto-incoraggiamento”. E allora l’informazione sportiva di oggi ci delizia con quanto segue:

  • “Sono ormai tre mesi che il Cagliari gioca spareggi a ripetizione, quindi sul piano psicologico i rossoblù sono avvantaggiati, rispetto a Pescara e Atalanta. Ognuna delle ultime 12 partite è stata per la squadra di Toneatto una questione di vita o di morte. Bergamaschi e abruzzesi, invece, hanno sofferto soltanto nelle ultime giornate. Si può andare in Serie A anche solo con due pareggi o con una vittoria, ma se nel calcio esistessero le regole del basket (classifica avulsa sulla base degli scontri diretti) il Cagliari sarebbe già in Serie A”.
  • A Ferrara, la squadra di Cadè ha vinto, come promesso, ma per vera fortuna, poiché il risultato è stato sbloccato da un’autorete, altrimenti era tutto da vedere. La stessa fortuna che l’ha accompagnata per tutto il girone di ritorno.
  • La vera forza del Pescara è l’attacco (il più prolifico della “B”).
  • Dei 49 punti, il Pescara ne ha conquistati 31 in casa (dove non ha mai perso) grazie al suo eccezionale pubblico, quindi fuori casa non è da temere … fortuna a parte!…
  • Idem l’Atalanta, che fa paura solo sul suo campo (17 vittorie su 19 partite).

Hai capito, adesso, cosa intendo dire quando propongo l’antidoping obbligatorio per i pseudo-giornalisti? Altro che antidoping!… qui siamo a livello di TSO … ma urgente, però!

  1. “Perché il Pescara ha una settimana di riposo”? Semplicemente perché il sorteggio ha detto questo; ti tocca “abbozzare” muto e rassegnato. Magari prendendo esempio dall’Atalanta, anch’essa chiamata a giocare due partite in 4 giorni e l’accetta sportivamente, invece di allagare l’Italia con le lacrime di disperazione che servono solo a mascherare le evidenti carenze tecnico-tattiche.
  2. “A Ferrara abbiamo vinto per fortuna”? Stavamo 4-0 dopo 50 minuti, e la chiami “fortuna”?
  3. “La forza del Pescara è l’attacco”? Ma non avevi scritto, appena la settimana scorsa, che era invece “leggerino e alle prese con inconvenienti psicologici”?
  4. “Fuori casa il Pescara non è da temere”? Ha vinto 5 volte, tra cui a Vicenza, Taranto e Lecce ma … “non è da temere”?

Va bene, lo sappiamo che la stampa “di parte” tira acqua al proprio mulino, cercando (specie in queste occasioni) di operare su doppio fronte: smontare gli avversari e caricare i propri idoli. E’ sempre stato così, ma non dovrebbe esiste un limite di decenza? Ma ce l’avete uno specchio, in casa?
E quindi, entra in scena Toneatto, vera “superstar” della carta stampata … o della stampa cartata, se si preferisce. Il nostro amico Lauro ha letto dell’ira furibonda che imperversa a Pescara circa il “rigorismo” cagliaritano e sbotta, riesumando il solito, infantile ritornello: “Ma parlate pure? Senza lo 0-2 a tavolino con il Lecce, ora saremmo noi in Serie A, con tanti saluti a tutti”.
Dal punto di vista matematico, è assolutamente vero. Ma … non siete voi allenatori e presidenti ad averci (giustamente) insegnato che i campionati si vincono e si perdono con la compartecipazione di tutte le componenti? E quindi: la forza della squadra, le capacità dell’allenatore, il “peso” della tifoseria, il sostegno dell’intero ambiente cittadino (stampa locale compresa) … giusto? Ebbene, se all’interno della tifoseria cagliaritana c’è un elemento che ha pensato bene di “offrire” una fresca aranciata in faccia ad un giocatore del Lecce, è forse colpa nostra? Se le tifoserie di Pescara, Vicenza e Atalanta non hanno “elementi” così allocchi, debbono farsene a loro volta una colpa?
Proprio al Telegionale Sport di oggi pomeriggio hanno intervistato Virdis durante l’allenamento, il quale alla domanda: “Come andranno a finire, gli spareggi?” davanti a tutta l’Italia ribadisce convinto quanto aveva già sussurrato domenica sera: “Per me saliranno in Serie A Cagliari e Atalanta. Non credo affatto nel Pescara”. E dovresti vedere con quale espressione del viso lo ha detto.
Tombola su tutto il fronte!
E poi saremmo noi ad “appicciare” il fuoco, vero? Ma vi abbiamo tanato! E’ ormai chiaro come il sole che vi state letteralmente cacando sotto in vista di Terni, e non vi resta che puntare tutto ad innervosire l’ambiente Biancazzurro affinché proprio al “Liberati” esploda in qualche gesto di violenza che comprometta la partita. Vi si legge in faccia, ma non fate altro che dimostrarvi dei veri dilettanti, ricorrendo a questi luridi giochetti da “Serie D girono H” con cui state solo perdendo tempo ed energie. Pescara non ha mai abboccato (basta ricordare tre anni fa, cosa tentarono di fare quelli del Lecce), e mai abboccherà. Noi i pesci siamo abituati a pescarli; sono gli altri che si fanno pescare.
L’unico che riesce a mantenere un minimo di fair play è Cadè, il quale però non si fa certo sfuggire l’occasione per tirare una stilettata cocentissima: “Ci snobbano da tutte le parti? Meglio così, ci sarà più gusto nel regalare loro una sgradita sorpresa”.
A proposito di Cadè. Siccome L’Unione Sarda non sa più dove andare a cercare argomentazioni consolatorie, infatti sempre più scarse col passare delle ore, adesso è arrivata al punto di farci sapere che Cadè non è solo bergamasco di nascita e freschissimo ex allenatore dei nerazzurri, ma è stato anche ex giocatore del Cagliari ventitré anni fa: un’annata fantastica alla quale, oltretutto, è legato anche il suo matrimonio. Per cui, secondo l’autore del servizio: “C’è da scommetterci che l’allenatore ora biancazzurro farà molta fatica ad accettare l’idea di battere Atalanta e Cagliari, seppure per ragioni diverse”.
“Annata fantastica”? Ventitré anni fa il Cagliari finisce al nono posto in Serie B, a ben diciassette punti di distacco dal Vicenza capolista (… guarda caso!… ), dietro squadrette come il Legnano e il Marzotto Valdagno. Giancarlo Cadè gioca solo 7 partite in cui segna 0 gol … e quella sarebbe un’annata fantastica?
“Farà molta fatica … “? Sarà per questa “fatica” che in campionato abbiamo tritato il Cagliari all’Adriatico con un netto 3-0, al Sant’Elia (2-1) c’è stato il furto del secolo e l’Atalanta si è salvata come purtroppo ben sappiamo. Ma siccome una puttanata del genere non basta, arriva anche l’immancabile battuta della settimana: “Il Pescara sarà seguito a Terni da 6.000 tifosi. Sono tanti, forse anche più dei cagliaritani”.
Ho letto bene?… Ha scritto 6.000?… Ha scritto “forse” più dei cagliaritani?… Ma non aveva scritto (poco fa) che a Terni il Pescara giocherà in casa?
Infine, si dà grande rilievo all’intervista rilasciata dal nostro DS Piero Aggradi, che pronostica: “Atalanta e Cagliari nettamente favorite”. Dichiarazione che viene esaltata addirittura con un riquadro a centro pagina!… e nessuno che si faccia venire il più elementare dei dubbi: non sarà che forse-forse Aggradi vi sta prendendo per il culo?

Giovedì, 23 giugno 1977
Come da accordi presi ieri sera con il signor Manzo, stamattina siamo di buon’ora “Al Regalo Artistico” per acquistare i biglietti dello stadio, a proposito dei quali la parola d’ordine dell’Excelsior, come pure de I Fedelissimi, è una sola, quella di sempre: tutti ai Distinti, da dove il tifo si vede e soprattutto si sente meglio. Inutile dire che non sono per niente d’accordo, perché il tifo-ultras ha nella Curva la sua insindacabile “casa”, ma ora non è questo il momento di metterci a battagliare su un argomento difficilissimo da far capire, e che quindi necessiterà di infinita pazienza per farlo comprendere. Lo riprenderemo al più presto: adesso abbiamo ben altro a cui pensare.
Le 8,30 sono passate da pochissimi minuti, ma la marea di gente in attesa è tale da “consigliare” la famiglia Manzo a mettere un banchetto fuori dal negozio, anche per evitare che delle ceramiche in vendita (in gran parte costosissime) restino solo i cocci. Per poco non ci prende un accidenti quando Tina, non appena ci vede, chiede con aria molto seria: ”Ma non avete ancora fatto i biglietti? Sono già finiti tutti!”. E’ un mezzo scherzo, naturalmente, dove il “mezzo” sta a dire che i biglietti “ridotti” sono finiti per davvero, ma il signor Manzo ne aveva già imboscato una ventina a noi riservati. Lo spavento è però talmente forte che appena presi i nostri biglietti corriamo a casa per metterli “al sicuro” in un cassetto, esattamente come si fa con i gioielli in cassaforte, e solo dopo torniamo all’Excelsior, per goderci la festosa ressa … festosa forse per noi, non certo per chi si trova là in mezzo e comincia ad imprecare in tutte le maniere possibili ed immaginabili, bestemmie comprese.
Un quarto d’ora d’orologio e anche i biglietti “interi” sono finiti davvero, questa volta senza scherzo. Tra gli ultimi acquirenti c’è anche un aquilano, venuto a Pescara appositamente ad acquistare una trentina di biglietti, per sé e amici. Attacchiamo subito discorso per saperne di più su questo “strano e improvviso” interesse dell’Abruzzo montano verso la Riviera, ma ci conferma che la già nota iniziativa di Nicola Bellicoso non è affatto l’unica, poiché il fermento in città è palpabile e i gruppi pronti a partire verso la vicina Terni sono numerosi, tutti al grido di “Forza Pescara in Serie A”. Non per niente, Il Messaggero di oggi titola: “L’Abruzzo con il Pescara”.
Bene. Tutto questo “improvviso” amore regionale verso la Bandiera Biancazzurra può farsi solo piacere e (ripeto) ci riempie di orgoglio, ma allo stesso tempo diventa anche motivo di mille riflessioni e duemila punti interrogativi, l’uno più pesante dell’altro. L’uno più amaro dell’altro.
Per esempio, come mai non si parla ugualmente di Abruzzo quando sale alla ribalta sportiva un’altra città della nostra regione? Voglio dire: come mai i due Scudetti dell’Aquila Rugby (’66-’67 e ’68-’69) erano e restano de L’Aquila? E come mai i successi della Handball Teramo erano e restano di Teramo? E com’è che se la pallavolo Chieti conquista la promozione, in Serie A ci va Chieti e non l’Abruzzo?
Mi dirai: perché Pescara è la città più importante della regione e il calcio è il più popolare di tutti gli sport. Verissimo!. Ma anche il 18 giugno 1972 Pescara era la città più importante d’Abruzzo e il calcio era il più popolare di tutti gli sport, però si disse e si scrisse che nella vergognosissima Quarta Serie ci finiva l’A.S. Pescara, non l’intero Abruzzo; come mai? Come mai quel pomeriggio la roboante equazione
“Pescara = Abruzzo”
veniva addirittura considerata un’offesa da cui tenersi il più distante possibile?
Non è che … per caso, per un puro “casualissimo” caso … questi stessi tifosi di ogni dove, ora bardati da cima a fondo di biancazzurro, sono gli stessi che quella sera di 5 anni fa (quindi appena “l’altro ieri”) sghignazzavano a squarciagola, ricoprendoci di pesantissima ironia e disprezzo? Non è che … sempre per un “inspiegabile” caso … alcuni di questi sono gli stessi che organizzarono i caroselli con cui festeggiare la nostra retrocessione, con la certezza che sarebbe stata l’inizio della fine per il calcio pescarese? Non è che … sempre per un misteriosissimo caso … buona parte di questi “improvvisi tifosi” sono gli stessi che vennero all’Adriatico a gufarci Pescara-Lecce del 9 giugno ’74? E che non più di qualche ora fa si sono tirati il nostro pareggio a Ferrara, in attesa di rifare quanto prima i “fantastici” derby di Serie C?
Sì, sono proprio loro. Sono i figli e i nipoti di quei nostri cari, amatissimi corregionali che circa mezzo secolo fa … ah già, forse non tutti sanno come stanno esattamente le cose. E allora, adesso la memoria ve la rinfresco io, soprattutto a voi “cari amatissimi” che ora fate finta di averla persa.

Nel 1927 Pescara diventa Provincia e tre anni dopo viene rifondata la locale squadra di calcio alla quale si dà il titolo di “Società Sportiva Abruzzo”, una denominazione che non solo risultasse neutrale e adatta a unire l’ex Pescara e l’ex Castellammare Adriatico (divise più che mai da fortissime tensioni di campanile), ma soprattutto utile a portare in giro il nome della regione con quell’onore che altre sgangheratissime squadruncole del territorio non avrebbero mai potuto assicurare. Ebbene, si scatena immediatamente una rivolta, con a capo soprattutto il Chieti, il Teramo e L’Aquila, che intimano alla nuova Società Biancazzurra (il bianco delle montagne innevate, l’azzurro del mare) di cambiare nome perché non vogliono essere rappresentate da Pescara, tantomeno confuse con un “borgo di pesciaroli”. Le contestazioni sono talmente energiche e ripetute che nel giro di soli due anni la S.S. Abruzzo si vede costretta a sciogliersi e a rifondarsi come “Associazione Sportiva Pescara”, questa volta con tanto di contestazione furente dei tifosi dell’ex Castellammare, ai quali bisognerà “raccontare” che il nuovo nome si riferisce al … fiume “dannunziano”, e non all’attuale Porta Nuova.
Hai capito, che roba?
E oggi, invece … tutti felicemente in fila ad acquistare biglietti per Terni, così da salire sul carro dei vincitori con una naturalezza a dir poco sconcertante. Con una tale faccia di cazzo da non accorgerti che ieri hai sputato nel nostro piatto, ma sarebbe più esatto dire che ci hai pisciato dentro, e oggi ti azzuffi per mangiare quella stessa minestra. E per mangiare la nostra minestra indossi maglia e cappellino del Pescara, prendi una bandiera Biancazzurra e vieni a sventolarla dentro lo stadio di Terni.
Mentre noi non prenderemo e non sventoleremo mai la tua bandiera.
Sta tutta qua la Differenza. Esatto: proprio quella con la D … come “Serie D”, per l’appunto.

È ufficiale: la “Freccia” per Terni non si fa più. Come del resto s’era capito sin dall’inizio, e proprio per questo, pur molto dispiaciuti, non siamo affatto sorpresi. Semmai incazzati neri: il Compartimento di Ancona ce l’ha fatta!… mettendo in campo il metodo più lurido, meschino e vigliacco che esista, cioè costringendo noi a rinunciare, così da deresponsabilizzarsi del tutto … in apparenza. Bene, annotiamo tutto e ne teniamo conto per la prossima occasione, giacché tutto fa esperienza; soprattutto gli eventi più negativi.
A questo punto, però, diventa ufficiale anche l’emergenza-pullman. Inutile continuare a girarci attorno: bisogna andare a cercarli fuori regione, ma il Molise offre poco e le ditte delle Marche sembrano piuttosto restie a concedere mezzi per una “Festa Biancazzurra”; in fondo … vanno capiti.
Un piccolo miracolo è riuscito a farlo l’agenzia Carinci che, saputo del “no” al treno speciale, ha reperito (non si sa come e dove) altri venti pullman, in aggiunta ai cinque già riempiti ieri mattina, in modo da esaudire la loro “lista d’attesa”, che di certo non è inferiore alle tante altre esistenti un po’ in tutti i Clubs. Infatti, anche presso questa agenzia (di solito molto tranquilla) c’è un continuo via-vai di gente, talmente disperata (nel vero senso del termine) da recarsi anche 4-5 volte al giorno nei vari “punti-prenotazioni” per chiedere a mo’ di preghiera se ci sono novità. E ogni volta bisogna inventare una scusa credibile per evitare una sommossa, ma diventa sempre più difficile, anche perché la lista delle scuse più o meno credibili sta per esaurirsi.
Sarà soprattutto per questo che una certa rassegnazione sta prendendo il sopravvento, e moltissimi tifosi, ormai sfiancati dallo stress causato da interminabili e inutili code, stanno decidendo di organizzarsi tra amici per andare a Terni con auto private o, al limite, col treno di linea.
Di conseguenza, ora la priorità dominante è avere il biglietto dello stadio, ma anche questa “conquista” si rivela tutt’altro che facile. Il CCCB ha infatti comunicato d’aver incredibilmente venduto tutti i 12.000 disponibili in un solo pomeriggio. “Shting shtracch” ha detto che ieri sera sono rimasti aperti fino all’una di notte perché quando, verso le 20,30, hanno provato a chiudere e a rinviare tutto all’indomani, in coda sul marciapiede di via Napoli c’era ancora un migliaio di tifosi … non centinaia, ma un migliaio nel senso più matematico del termine … nessuno dei quali minimamente intenzionato a mollare il posto guadagnato con ore e ore di fila, quindi sono stati costretti a proseguire la vendita per evitare il sicuro linciaggio, nonostante la presenza ormai permanente del “113”.
Non ci crederai, e io stesso non riesco ancora a crederlo, ma il piagnisteo sardo è arrivato ad un livello tale che … udite-udite!… la Lega Calcio si è vista costretta addirittura ad emettere un comunicato per ribadire che:

  • il calendario è stato sorteggiato, per cui non esiste alcun fantascientifico favoritismo verso il Pescara, né verso qualsiasi altra squadra;
  • la sede di Roma è stata esclusa perché l’Olimpico è interessato da lavori urgenti ai giunti delle tribune, in vista del meeting di atletica leggera e della finale di Coppa Italia (in programma il 3 luglio), per cui il CONI ha dovuto giocoforza negarne l’utilizzo;
  • il Flaminio è troppo piccolo, nonché piuttosto malandato, per ospitare una partita del genere;
  • la sede unica per tutt’e tre le partite non è stata neanche presa in considerazione perché, escludendo appunto Roma, non esiste nessun’altra che non aggravi i disagi dei tifosi;
  • il “Liberati” di Terni è lo stadio più vicino al porto di Civitavecchia con una capienza di almeno 30.000 spettatori;
  • la decisione di anticipare al sabato la prima partita consente di dare un giorno in più di riposo a chi dovrà poi giocare di nuovo al mercoledì. Nel caso specifico, proprio il Cagliari.

Sì, perché caso mai non si fosse ancora capito, siamo arrivati a questo punto: adesso (secondo il clan cagliaritano) è il Pescara ad essere protetto dal “palazzo”! Non ci spreco su neanche mezza parola di commento: semmai va sottolineato che, a ben rifletterci su, il calendario del Pescara non è così vantaggioso come era apparso in un primo momento, perché:

  • è vero che giocare la prima e l’ultima assicura un maggior periodo di riposo tra le due gare e, soprattutto, la possibilità di giungere al terzo incontro potendosi “regolare” sul risultato, ma è altrettanto vero che lungo questi 8 giorni il logorio nervoso diventa insopportabile (tanto per la squadra quanto per l’intero ambiente) e potrebbe causare conseguenze molto sgradevoli;
  • perdere disgraziatamente la prima partita (tocchiamo tutto quello che c’è da toccare) significa essere tagliati fuori quasi del tutto, perché poi saranno le altre due a potersi “regolare”;
  • per noi pescaresi, andare a Roma o a Terni è esattamente la stessa cosa, essendo lo stesso chilometraggio, perciò non abbiamo alcun vantaggio neanche in questo caso;
  • considerando che i cagliaritani devono comunque attraversare il mare … sempre che non pretendano di giocare gli spareggi direttamente in Sardegna … dal porto di Civitavecchia a Roma ci sono circa 90 km. mentre dallo stesso porto a Terni ce ne sono 115, quindi … dov’è tutta questa “inaccettabile” differenza?
  • semmai, siamo proprio noi a doverci lamentare per i 240 km di strada “ottocentesca” o di ferrovia neanche proponibile; ancor più improponibile quando hai a che fare con il Compartimento marchiGGiano (quello con la doppia G);
  • è vero che il Cagliari non potrà contare sulla grande colonia sarda che risiede nella capitale, ma anche per il Pescara vale lo stesso identico discorso. Anzi, molto di più, visto che sono circa 100.000 gli abruzzesi residenti a Roma. E comunque Roma-Terni sono 110 km, non diecimila!

Anzi, dobbiamo essere ben contenti d’aver evitato l’Olimpico, che sarà anche uno stadio scenografico, ma è troppo grande (sarebbe “semivuoto” anche con 40.000 spettatori) e le Curve sono lontanissime; quindi, perlomeno il 50% del tifo si disperde, mentre a Terni sarà tutt’altra musica. E questo vale per entrambe le tifoserie.
Marinelli non si crea troppi problemi, anzi è raggiante: “Pescara-Cagliari a Terni, come gara d’apertura è ottimo: siamo ancora freschi di rabbia per quanto accaduto al Sant’Elia un mese fa, quindi li ‘sbraneremo’ senza pietà”.
A questo punto, anche a Cagliari cominciano a capire che il piagnisteo non porta da nessuna parte, se non a irritare il “palazzo” (e ne abbiamo avuto già le prime avvisaglie), con tutte le conseguenze facilmente immaginabili. Per cui, si passa al contrattacco e, tanto per cambiare, lo si fa nella maniera più ridicola possibile: dal vittimismo al viscido leccaggio il passo è brevissimo, per di più appoggiato dal Corriere dello Sport, che lo definisce “operazione simpatia”.
Il passo è talmente breve che a Toneatto è bastata una sola notte per cambiare completamente idea: “Terni e Genova vanno benissimo!” E poi ci fa sapere che: “Terni è una bella città, ospitale e con gente simpatica, dove il Cagliari ha sempre vinto; sicuramente continuerà a farlo anche nell’immediato futuro. Anche perché la grande rivalità esistente tra umbri e abruzzesi farà sì che il Pescara avrà tutta Terni contro”.
Gli fa eco Brugnera: “Terni è una città sportiva e competente di calcio, che ha sempre mostrato grande simpatia nei nostri confronti, applaudendo le nostre vittorie. Piuttosto, ce l’avranno sicuramente col Pescara, sia per rivalità regionali, sia per quello 0-0 che ancora grida vendetta; quindi tiferanno senz’altro per noi. Anzi, in tal senso devo dire che Terni è meglio di Roma perché in uno stadio grande come l’Olimpico il tifo rossoblù si sarebbe parzialmente disperso (… ah!… se n’è accorto anche lui!?…) e perché i romani sarebbero rimasti indifferenti alla partita. Tra Pescara e Atalanta, di sicuro il Pescara è più alla nostra portata, perciò ci prendiamo subito questi due punti e mettiamo in cassaforte la Serie A”.
Mah!… Ti confesso di essere disorientato: io ero convinto d’aver acquistato un quotidiano sportivo, nella fattispecie quasi interamente dedicato al calcio, e non il “Bollettino settimanale della Neuro”. Protesterò con l’edicolante, invitandolo a fare più attenzione … specie in questi giorni.
Terni “bella città ospitale”?
Sorvolando bonariamente sulla definizione di “bella”, mi pare che a Cagliari abbiano uno strano e personalissimo concetto di “ospitale”, se si considera che il recentissimo Ternana-Cagliari (1-2) di un mese fa è stato seguito da un uragano di fischi, insulti, lancio di oggetti e tentativo di invasione. Il Ternana-Cagliari (0-2) di due anni fa … peggio ancora, perché provocò l’assalto agli spogliatoi da parte di mezza tifoseria ternana “a caccia” non già dell’arbitro, ma dei giocatori sardi che giocarono(???) una partita da Codice Penale. Per non parlare poi del Ternana-Cagliari (1-1) giocata nel 1973, conclusa di nuovo con un’invasione di campo sventata per miracolo, seguita da un assalto furioso agli spogliatoi. Chi avesse qualche dubbio, può consultare le cronache sui vari quotidiani.
Come si vede, la “simpatia” umbra verso le maglie rossoblù piove a cascata … come la cascata delle Marmore, per l’appunto.
“Rivalità regionale” tra Terni e Pescara?
E da quando c’è campanilismo tra Abruzzo e Umbria? Da dove viene fuori la rivalità tra Pescara e Ternana, se negli ultimi 20 anni si sono incontrate appena tre volte? Semmai, agli amici sardi farei notare che quest’anno la Ternana si è salvata con 32 punti (quartultimo posto), solo uno in più della Spal (31) retrocessa al terz’ultimo posto; sai cosa significa? Esatto, proprio così: la Ternana giocherà di nuovo in Serie B grazie al Pescara, che ha stra-battuto la Spal, altrimenti in Serie C ci finiva proprio la Ternana, per differenza reti, e ci finiva “anche” a causa del suddetto furto (senza virgolette) che il Cagliari ha messo in atto al “Liberati”. E’ abbastanza chiaro, o devo rispiegarlo in dialetto sardo?
E i tifosi ternani dovrebbero “simpatizzare” per il Cagliari?
Mi pare evidente che il sole di giugno comincia a fare i primi guai, specie sulle teste con … zero capelli.
Parla anche Virdis, un altro che, pur avendo una foltissima chioma, non è riuscito a ripararsi adeguatamente dallo splendido ma pericolosissimo sole di Sardegna: “Posso anche capire la reazione pescarese alle mie parole, ma non ritiro affatto quanto ho affermato e non devo scusarmi con nessuno, perché quello è il mio pensiero, che ribadisco totalmente: Atalanta un gradino più su, poi Cagliari-Pescara come vero spareggio, ma noi stiamo decisamente meglio degli abruzzesi”.
A parte la cacarella “a spruzzo” e la conseguente penuria di carta igienica, l’altro “problema cagliaritano” del momento è il reperimento di mezzi per i propri tifosi e, in proposito, c’è un comunicato del Comune di Cagliari:

“L’assessore allo sport del Comune di Cagliari, on.le Michele Di Martino, e il rappresentante del Centro Coordinamento Cagliari Clubs, Franco Demontis, si sono intrattenuti con l’assessore regionale ai trasporti, on.le Eusebio Baghino, al fine di definire l’acquisizione dei mezzi di trasporto supplementari per convogliare a Terni e a Genova il maggior numero di tifosi possibile. Il ministro Ruffini, mostrando interesse alla cosa, ha assicurato la disponibilità di due navi supplementari, in partenza da Cagliari e da Olbia, per complessivi 1.700 posti, e voli straordinari. Tutti gli interessati a seguire il Cagliari in questo difficile momento possono rivolgersi per le prenotazioni direttamente al Cagliari Calcio e all’Assessorato comunale allo Sport”.

Allo stesso tempo, L’Unione Sarda ci informa che “Il funzionario del Cagliari Calcio, ragionier Lovinelli, è rientrato in sede con i biglietti per il Liberati di Terni e anche per il Marassi di Genova. Si vocifera che siano 10.000 per ciascuna partita, e per ogni ordine di posti”.
Si “vocifera”?
Che significa “vociferare”? Ancora chiacchiere vaghe, ipotesi e voci di corridoio? Un quotidiano serio deve dare notizie certe, quelle in cui non si usa mai il condizionale, oppure è molto meglio tacere, così da evitare queste figure meschine e da veri dilettanti allo sbaraglio; con tutto il rispetto per i dilettanti allo sbaraglio che partecipano alla “Corrida di Corrado” con molta più dignità.
Passano nemmeno 12 ore, non una di più, e il misteriosissimo esodo sardo si ridimensiona sensibilmente: ora i tifosi cagliaritani avviati a marciare su Terni sarebbero non meno di 7.000. Poi, vai a leggere le cronache e scopri che non c’è un solo rigo sulla organizzazione concreta della trasferta; solo frasi molto generiche del tipo “sono in allestimento comitive” oppure “è in preparazione un esodo” … Sì, ma “come”? In “cosa” consiste questo esodo? “Chi” sono queste comitive? Tutto resta molto vago, lasciato all’immaginazione, o forse alla “speranza”? Al contrario di quanto avviene a Pescara, dove i caratteri e i numeri dell’esodo sono chiarissimi.
Tra l’altro, l’attrito esistente da tempo fra il Centro Coordinamento dei Cagliari Clubs e i “dissidenti” guidati da Marius (una sorta di “opposta fazione interna”) sta raggiungendo l’apice proprio in queste ultime settimane: sono in disaccordo praticamente su tutto, il che non fa altro che creare ulteriore disorganizzazione. Voglio sperare che almeno questo non sia colpa di Cadè, di Marinelli e di quei brutti e cattivi “pescaresi appicciafuoco”.
Le notizie da Cagliari non si fermano qua e, purtroppo per loro, non sono affatto buone. In tutta sincerità, qui “in Continente” non dispiace a nessuno.
Avevano avuto la promessa di tre voli e tre navi speciali, oltre al diritto di prelazione su voli e navi di linea, tant’è vero che avevano richiesto 5.000 biglietti alla Ternana … non so se hai notato: prima erano 10.000, poi sono scesi a 7.000, mo’ già sono diventati 5.000 … Ma in serata arriva la mazzata: non se ne fa più niente. Solo un volo speciale, ottenuto con le unghie e con i denti, e mezza nave di linea riservata dalla Tirrenia; tutto qua.
Dice Franco Demontis, delegato del Centro Coordinamento Cagliari Clubs per l’organizzazione delle trasferte, nonché consigliere del Cagliari Calcio: “Una delusione enorme. Anzi una presa in giro colossale: giorni e giorni di rinvii, tenendoci sulle spine, per poi dirci che non se ne può fare niente solo all’ultimo momento, cioè quando non c’è più tempo per trovare alternative. Ci avevano promesso mare e monti, ma si sono rivelate solo parole; anzi, senza l’aiuto della Tirrenia sarebbe stato un disastro totale. Peraltro, il volo speciale è a tariffa piena, quindi non usufruiremo nemmeno della prevista riduzione per voli notturni (visto che si rientrerà a Cagliari in nottata). Ciò nonostante, saremo comunque in tremila a partire dalla Sardegna, poiché i voli e le navi di linea fanno registrare il tutto esaurito già da giorni, e con i sardi in Continente arriveremo senz’altro a 5-6.000 tifosi rossoblù che, a causa della rabbia accumulata in questi giorni, grideranno per 20.000. Vinceremo senz’altro la partita”.
Lo so, non è certo colpa dei tifosi cagliaritani se abitano su un’isola … della quale però si sono sempre detti orgogliosissimi. E non è colpa loro nemmeno se vengono presi in giro in questa maniera, ma … esiste sempre un “ma”: ti ricordi quando dicevo che un campionato si vince (o si perde) con la compartecipazione di tutte le componenti? Ebbene, avere o (purtroppo) non avere politici in grado di farsi “sentire” a livello nazionale è “anche” una di queste componenti; per cui, se ne godono e se ne subiscono tutte le conseguenze. Noi abbiamo Casalini e “zio Remo”, voi avete Baghino e Demontis … che ci possiamo fare? Magari, la prossima volta che andate a votare fate un po’ più di attenzione.
Sempre a proposito di “potere” e “non-potere”, è stata respinta sia la richiesta della diretta TV su Rai 2, sia l’alternativa della radiocronaca diretta di Ezio Luzzi su Radio 1, così da accontentare in qualche modo tutti i sardi che non potranno andare a Terni. Resta confermata la sintesi della partita su Rai 2 dalle 19,15 alle 20,00 circa, cioè prima del Telegiornale.
Manco a dirlo, anche quest’altra negatività diventa oggetto di polemica con Pescara, ormai eletta a “colpevole automatica” di tutto quanto disturba Cagliari e cagliaritani. In Sardegna, ci rimproverano di non aver mosso un dito per fare l’identica richiesta alla Rai che, a quel punto, non avrebbe potuto rifiutare. In altri termini, ci accusano di egoismo e arroganza.
Applicazione perfetta del “bue che dice cornuto all’asino”.
Fatemi capire: per chi avremmo dovuto avanzare una tale richiesta, se tutti i tifosi biancazzurri andranno a Terni? Forse per ringraziare e ricambiare il 2-1 “targato” Michelotti che ci avete letteralmente scippato al Sant’Elia? O per venerare i “dolci pensierini” inviati da Toneatto e Virdis in questi giorni?
Ad accentuare lo shock cagliaritano ci si mettono anche le notizie provenienti da Pescara (tra le due città ormai c’è un vero e proprio “filo diretto dello spionaggio”) e prontamente diffuse da L’Unione Sarda: “I 6.000 biglietti ‘biancazzurri’ per Terni erano solo una primissima richiesta!… In realtà, i tifosi del Pescara saranno molti ma molti di più, al punto che la mobilitazione generale ha convinto Palazzo di Città ad autorizzare la chiusura straordinaria di uffici e negozi”.
Non solo, ma dopo il freddo e stizzito comunicato della Lega, l’intero ambiente rossoblù deve ingoiare anche il rospo delle precisazioni provenienti da Terni, dove i tifosi rossoverdi – attraverso l’indagine condotta dal Corriere dello Sport – fanno sapere che il 20% di loro resterà neutrale, il 10% tiferà Cagliari (ma solo per una misteriosa antipatia verso i pescaresi), il 70% tiferà Pescara, motivando questa scelta proprio con i risultati in campionato di Ternana-Cagliari e Spal-Pescara. Senza contare, poi, che nel Pescara gioca Andrea Prunecchi, rimasto tuttora idolo indimenticato ed incontrastato dell’intero “Liberati” (non solo ultras), pur avendo giocato a Terni un solo campionato (nel 1973-74, capocannoniere della squadra con 13 gol).
Tra gli intervistati è stato beccato anche un signore originario di Chieti, tale Angelo Colalongo, che da anni lavora nella città umbra e ha affermato: “Da buon teatino, sarei poco contento che il Pescara debba vivere una gioia così grande, ma in questo momento la squadra biancazzurra rappresenta l’Abruzzo, quindi Forza Pescara!”. Dopodiché, gli ultimi dubbi sull’atteggiamento ternano vengono dissolti dal presidente del Ternana Club “Thyreus”, il più importante della città con i suoi 500 iscritti: “Tutta Terni sarà con il Pescara, per infinita riconoscenza”.
Speriamo porti bene un fresco precedente. Come si ricorderà, infatti, il 27 giugno 1975 si è giocato a Terni lo spareggio Catanzaro-Verona (anch’esso per la promozione in Serie A) e i tifosi ternani si schierarono tutti con il Verona, nonostante l’acre rivalità politica tra le due tifoserie. I motivi di tale scelta furono molteplici, a cominciare dal cattivo comportamento dei tifosi calabresi per finire ad alcune simpatie verso giocatori gialloblù ex della Ternana. Vinse il Verona.
Dopo i tifosi ternani, ora ci si mette pure Rota a tirarsi il Cagliari, nel momento in cui dichiara: “A noi conviene che vinca il Pescara, così poi potremo accontentarci di due pareggi e il gioco è fatto. Se, invece, dovesse vincere il Cagliari, per noi si complicherebbe tutto” … Prova ad indovinare cosa sottintende quel “si complicherebbe tutto” …
Peggio ancora fa Riccomini, l’allenatore dell’Ascoli che, come si sa, non è certo un nostro estimatore (ricordiamo il post-partita di Ascoli-Pescara ad Ancona), ma ha affrontato il Cagliari proprio all’ultima di campionato: “Il Cagliari ha una difesa a dir poco allegra”. Che poi sarebbe esattamente quanto affermato (con parole diverse) da altri allenatori. Ebbene, apriti cielo! La replica di Toneatto è tutto un programma: “Quello lì non deve ficcare il naso in casa altrui. Con una squadra come la sua io avrei vinto il campionato con cinque giornate di anticipo. E con la mia ho totalizzato 21 punti su 24, nelle ultime 12 partite, recuperando ben sei punti di svantaggio sulle terze”.
Ti rendi conto, cos’ha appena detto il signor Lauro?

  • si rivolge ad un collega che, per quanto antipatico, non è certo l’ultimo arrivato, chiamandolo “quello lì”;
  • gli invidia palesemente la squadra, il che equivale a dire che la sua è inferiore. E non mi sembra il modo migliore per caricarla, in vista di spareggi così difficili;
  • rincara la dose esaltando il fatto che la sua squadra è riuscita a totalizzare 21 punti su 24, evidentemente perché considera un simile bottino una specie di “miracolo”, senz’altro superiore alle capacità dei suoi giocatori. Ed anche questa non mi sembra la massima manifestazione di stima che si possa esprimere;
  • dimentica di precisare “come” ha totalizzato questi 21 punti in 12 partite, e quindi “come” ha recuperato i sei punti di svantaggio;
  • evidentemente, si vergogna a riconoscere che con la sequela di rigori e punizioni dal limite di cui ha usufruito il Cagliari, qualsiasi squadra sarebbe andata in Serie A con sei giornate di anticipo.

Siccome siamo nel bel mezzo di “messaggi & repliche” da ambo le sponde, ecco fresca di giornata arrivare quella del presidente rossoblù Delogu a proposito della lettera inviata dal sindaco pescarese: “Casalini confonde sport e politica, e sta creando ad arte un dramma che non esiste. A Terni andiamo a giocare solo una partita di calcio, per divertirci. E i tifosi sardi non saranno inferiori a quelli del Pescara, vedrete”.
“Solo” una partita di calcio?… Ne riparliamo a fine spareggi, quando una delle tre si ritroverà con un palmo di naso e con un altro campionato di Serie B alle porte, in cui tornare a dimenarsi sui campi di Samb, Varese, Taranto, Modena, Rimini e Cremonese invece di Juventus, Roma, Milan, Inter, Torino e Napoli. Forse, carissimo Delogu, sei tu che stai confondendo lo spareggio con una partitella a “briscola” tra amici della cantina “Su stazzu”; al Liberati temo (per te) sia tutt’altra cosa … Mi sa!…
Immediata la controreplica di Casalini che (figurarsi!) in queste situazioni ci sguazza beato: “La mia lettera intende solo ribadire che le partite di calcio si giocano solo sul campo, per il trionfo dello sport; dov’è l’aggancio con la politica? Prendendola per il verso sbagliato, il signor Delogu dimostra che lui ne sa qualcosa di ‘confusione tra politica e sport’, non per niente siede frequentemente in tribuna d’onore al fianco di Enrico Berlinguer”.
E tanto per dare ulteriore ragione a Casalini, proprio oggi Delogu ha inviato un telegramma a Dante Sotgiu, sindaco di Terni dalle evidenti origini sarde. Ecco il testo:

“Nel momento in cui tutta la Sardegna sportiva guarda a Terni, ove verrà disputato l’incontro di calcio tra il Cagliari e il Pescara per l’ambita promozione in Serie A, mi permetto di inviare a Lei, illustre figlio di questa nostra isola, e suo tramite a tutta la sportivissima cittadinanza ternana, l’ossequio e il saluto più deferente”.

“Ossequio”?… “Deferente”?… Gli stessi termini che si usano nei confronti di Vescovi e Cardinali!?
Una leccata del genere credo rimarrà nella storia del calcio italiano per molti decenni. Anche come perfetto esempio di “coerenza”!… Però è Casalini che confonde calcio e politica …
Hai capito che bell’ambientino si sta preparando? Del resto, cari amici cagliaritani (globalmente intesi), capiamo perfettamente (e senza alcuna ironia) che vi si sta rivoltando tutto contro, ma è l’universale e incancellabile legge del mondo: raccogliete quel che avete seminato negli ultimi tre mesi; e il “meglio” del raccolto deve ancora arrivare…
Gabriele (“Gaby”) Orlando
[estratto dal (mio e vostro) diario del PESCARA RANGERS]
Qui per commentare questa pagina

 

40mila.it

4200 GIORNI di PRESIDENZA SEBASTIANI
Condividi su:

Comments are closed.