Abbiamo già pubblicato la prima parte della nostra “chiacchierata” con Edy Reja. Ecco la seconda e conclusiva – Come arrivasti in prima squadra a Pescara? Era il 1989/90, in B. Subentri presto (6° giornata) a Castagner. Reimpostasti come il gioco?
Già quell’anno [serie A 1988/89 – ndr] in cui la squadra non andava bene, a 5 giornate dal termine SCIBILIA mi chiese di subentrare a GALEONE dalla Primavera. Risposi: “assolutamente no Presidente, una cosa di questo genere qua non la potrei fare mai a GALEONE”. Ci legava un’amicizia forte. Dissi: “vada avanti con GALEONE, vedrà che si salva”. Invece così non fu. Quando GALEONE poi chiuse l’esperienza a Pescara, io rimasi alla Primavera del Pescara perché mia figlia stava terminando gli studi al Liceo Classico. Poi, capitò che la squadra con CASTAGNER non andava bene, i tifosi avevano spaccato le porte al campo, e allora SCIBILIA mi chiese di nuovo se volevo allenare la prima squadra.
Ilario CASTAGNER
Gli ho detto: “adesso sì, perché non ho rapporti con CASTAGNER come li avevo con GALEONE”.
E mi è andata bene…
Facemmo subito 11 punti in sei partite perché schierai la squadra essenzialmente come giocava con GALEONE. Misi i 4 dietro con la zona, salvo il fatto che io facevo marcare (a uomo) il centravanti e staccavo un po’ (indietro) il libero che mi giocava quindi “di seconda battuta”…
Siamo tornati a lottare per le prime posizioni, anche se poi siamo un po’ crollati verso la fine.
Come fu subentrare in prima squadra? Difficile essere accettato? C’erano giocatori come CAMPLONE, EDMAR, DICARA, GASPERINI, GATTA, GELSI, MARTORELLA, PAGANO, EDMAR, TITA, etc.. Nessun timore di non essere all’altezza del compito?
Lì fu facile perché li conoscevo già bene, anche da allenatore della Primavera. Avevo già buoni rapporto e già qualcuno mi aveva fatto sentire le sue lamentele per il modo in cui CASTAGNER li faceva giocare. Di fronte a queste lamentele io dovevo rimanere distaccato. Però, subentrato, sapevo che avrei dovuto rimettere i giocatori come PAGANO, TRAINI, RIZZOLO “al loro posto”, perché è una squadra che io conoscevo.
Alcuni tifosi attribuirono all’insufficiente prolificità di TRAINI il mancato ritorno in A quell’anno. In generale, allora ed oggi, pensi che nel calcio possa bastare un solo giocatore in un ruolo-chiave a essere decisivo per una squadra?
Ma no, assolutamente, non esiste. Che ci possano essere giocatori leader, o anche tanti leader in un gruppo, questo sì. Ma un giocatore “non fa mai la squadra”, a meno che non si chiami Maradona.
Durasti solo quella stagione in prima squadra: perché?
Ma perché si aspettavano tutti la promozione! (ride) Comunque, rimane il fatto che il battesimo in una categoria maggiore me lo ha dato il Pescara.
Però, da allenatore iniziasti molto prima, a fine anni ’70. Ci furono dapprima tanti anni di gavetta in serie dilettantistiche…
Io ho fatto parecchi anni di gavetta: 6-7. Un po’ poi iniziai a stancarmi perché mi dovevo sempre salvare alle ultime domenica con gran fatica (ride): lavoravo sempre con squadre troppo giovani e con grandi problemi dal punto di vista economico. Non avevo squadre competitive. Mi ero un po’ stancato… Poi mi chiamò GALEONE.
Stavi per “mollare” la carriera da allenatore, se non fosse arrivata quella chiamata da GALEONE?
Mah, forse… ma ero comunque andato a fare il “supercorso” a Coverciano prima d’andare a Pescara. E durante il “supercorso”, anche se non abitavo a Pescara già andavo con MANNI – il DS del Pescara – a vedere giocatori in giro in tutta Europa: ad esempio in Jugoslavia, dove avevamo già visionato SLISKOVIC.
Dalle cose positive a quelle negative: gli errori fatti in carriera?
Allenare il Genoa perché fallì (2001-2002 – ndr)! E subito dopo allenare il Catania con Gaucci! (ride) Entrambe le volte venni esonerato. Avevo già 57-58 anni e mi dissi: “Adesso chiudo con il calcio”! Mi ero preso una barca a vela; ma mentre facevo il corso per la patente nautica mi chiamò Cellino, da Cagliari. Dissi: “basta! Presidente, ho deciso: basta” [fare l’allenatore – ndr]. Cellino disse: “ ci ripensi, che la richiamo domani mattina”. E mi convinse ad andare a Cagliari… E vinsi il campionato! Poi a Napoli: e vinsi 3 campionati! Poi all’Hajduk di Spalato e alla Lazio: ho sempre centrato gli obiettivi. Quindi all’Atalanta… Insomma,a a 58 anni volevo “chiudere” e invece sono andato avanti con i club fino a 72! Volevo “finire” perché mi dicevo “son vecchio” e “adesso basta… con giornalisti, presidenti, direttori sportivi“; e a fine partita corri a casa e già metti la cassetta per la prossima e ti devi organizzare subito. Non è più come un tempo: la vita del tecnico adesso è stressante. Invece, poi, la mia carriera divenne molto più importante dai 60 a i 70 anni! Ma chi pensava a cose del genere!?! A club di quel genere! E’ stato un sogno! La vita riserva sempre delle grandissime sorprese: io dico sempre “il bello deve ancora venire”. E infatti sono in Albania, con la nazionale, a giocarmi la qualificazione ai mondiali… E io volevo un contratto anno per anno, perché mi stanco… E invece mi dicono: “no, resti fino al 2024, diventi il nostro punto di riferimento”! E vabbé… Continuiamo… E per i Mondiali è quasi impossibile… Ma una probabilità su 100 di andarci ce la giochiamo… Chissà…
E lì, MEMUSHAJ…
Si, certo, ma bisogna vedere perché lui è un po’ avanti con l’età. Però, è un ottimo giocatore e vediamo se può darmi ancora una mano in vista dei Mondiali. Vediamo come sta….
Cosa vuoi farti come domanda a te stesso? Ci sono cose che vuoi aggiungere?
Non ho particolari domande… Posso dire che ho fatto un lavoro che mi è sempre piaciuto. Amavo il pallone da bambino e ho avuto grandi soddisfazioni. Ho ancora entusiasmo e mi reputo fortunato. Non serbo rancori verso nessuno: sono fatto così caratterialmente e forse sono durato così tanto per questo, perché devi avere un equilibrio “mica da ridere” per fare questo lavoro. Però, questa è una dote che ho acquisito dai miei genitori. Sono i geni, probabilmente. Pertanto, ho già dato tutte le risposte sempre e a tutti; e sono sempre stato sincero con tutti. Non saprei cosa… potermi chiedere (ride). Devo solo ringraziare tutto e tutti per quello che ho avuto.
Per concludere, chi ricordi o vuoi salutare a Pescara?
Conoscevo ERIBERTO: andavo sempre lì. C’era poi “FEFÉ”, con il quale andavamo sempre a cena. Ma se si è giovani non lo si conosce e bisogna andare a chiedere a quelli un po’ più vecchi… Poi, SCIBILIA, che ha sempre creduto in me e nei miei valori, sia dal punto di vista umano che tecnico. E, quindi, il genero di Scibilia e la figlia; insomma, un saluto a chi c’è ancora della sua famiglia a Pescara. Poi, ho avuto un grande amico: Gino PILOTA; me lo presentò GALEONE e ne sento ancora la moglie, a volte.
La “chiacchierata” sarebbe finita qui. Ci si saluta e si chiude il tutto. Ma poi mister Reja ci ripensa: “E poi, non devo dimenticare di mandare i saluti ad Antonio De Leonardis e Pier Paolo Marchetti, con i quali siamo rimasti amici, che altrimenti… s’arrabbiano!” (ride)
Estate 1990: Reja lascia Pescara
34 Comments
Lu vampir che piagn è proprio il massimo (:laugh1:)
Ci siamo fatti vecchi, purtroppo (:cry:)
Pilota aveva una villa vicino casa mia. Ospitava anche Ayrton Senna che quando stava da lui, incrocia a fare footing la mattina.
Nella stazione ferroviaria sotto al porto quando arrivammo facemmo nu burdell che ancora oggi a ricordarlo quell’anno è nu spass (:aggressive:)
Si ad Ancona ci hanno caricato in mezzo alle giostre…a Pescara noi ricambiammo sotto alla curva sud
E ma gli anconetani, a differenza degli altri marchigiani, erano gli unici che non si tiravano indietro e venivano all adriatico. Ascolani prima delle scorte qualche centinaio.. Idem i sambini
Comunque nel 1989 lì schiaffatun agli anconetani a jt vulenn a ddu a ddu fin a quand nna divindat dispar
A me sinceramente ssa gente ma sembr stat in culo Aristocratici pieni di soldi. Snob e classisti. Eppure pare che a pescara erano amati. Da me no sicuramente.
https://www.google.com/amp/s/amp.ilpescara.it/cronaca/gino-pilota-pescara.html
Quel gruppo rappresentava la vera pescaresità
Raia dovrebbe raccontare quando mandava un paio dei suoi giocatori a parlare con i RANGERS (:laugh1:) uno di questi era il Gasp
Mo ci truvem a parla’ di Machin e compagnia cantando. In quella squadra c’erano gente nghi su pall ⚽️⚽️ accusci (:laugh1:)
Post scriptum: notare la foto del mio profilo. Eriberto che si lancia nel fiume in sella alla sua moto.
Reia da gran volpone in effetti non accettò di prendere il suo posto, chiamalo stupido. Capi che sostituire Castagner sarebbe stato più facile e meno impegnativo.
D’annibale, santilli, gianni santomo, gino pilota…erano tutti del “giro” di Eriberto. Quando giocavano a tennis era uno show. Ma che ne sann li uagliunitt di cosa era Pescara a quei tempi…Eriberto teneva un leoncino come animale da compagnia, come fosse un canuccio. So dett tutt.
diciamo che Galeone era solito frequentare solo viveur
Amico viveur di galeone senna…
Johnny lu milanes in quel periodo comunque venisse a Pescara avrebbe fatto cilecca. L’amore tra i tifosi e il Gale era viscerale
Fefè d’Annibale
Chi è Fefé che Reja ricorda? Mio padre mi ha detto che bisogna essere vecchi per saperlo…
io prima che arrivasse a fare cilecca steavedevo per castagner..forse perché mi piacevano le sue telecronache su telemontecarlo insieme a caputi..mi sembra calcio inglese cmq europeo..
Ne sa qualcosa Raia (:laugh1:) manco a lui du vaffangul sono stati risparmiati
Non sapevo ci fossero così tanti filmati di quegli anni di B su youtube. Veramente emozionante riverderli
(:bye:)
La CURVA NORD era un fortino impenetrabile
Fuss sol li port che spaccammo (:rofl:)
“I tifosi avevano spaccato le porte”…………….. Sebastia’ ma che ne vuoi sapere tu!!! VATTENE VIA DAL PESCARA
Oggi chiunque se sponsorizzato puo’ fare di tutto nel mondo del calcio
A parte che puoi anche promuovere il mister dalla Primavera, il quale potrà anch’essere bravo, ma dipende pure da che squadra gli metti in mano. Quel Pescara, come ad esempio anche quello di Oddo, mi pare imparagonabile con quello di ora e l’articolo elenca infatti i nomi di giocatori che già avevano dimostrato di poter puntare alla promozione in A
Picche’ il presente esiste? (:laugh1:)
Pescara…con una differenza. Il cullu di adesso li promuove in prima squadra per lo sparambio e perché li può telecomandare non avendo i giovani mister,ne c.v. né potere contrattuale, mentre all’epoca era diverso…eponimo Reja aveva fatto appunto già esperienze nelle serie minori
Amo troppo questi reperti filmati ….due cose mi sono balzate all’occhio delle partite inserite …quell’attaccante Onorato del Messina nn le ho contate,ma si è divorato almeno 5 gol di cui un paio incredibili …disgrazie come i Caraglio i Vukusic e i Cocco nn li abbiamo avuti solo noi ?….e poi troppo bello vedere esultare al gol di Traini i nostri tifosi in quella curva gremita dello stadio dorico mi re…suscita emozioni sopite . Ottimo ragazzi della redazione . Mi piacciono i vostri servizi meglio parlare un po’ di più del passato…il presente è piuttosto amarognolo .
Eh come disse uno: fa quello che più ti piace e non dirai mai che nell’arco della tua vita hai lavorato. Mister Raia è sempre stato un gran signore
“La vita riserva sempre delle sorprese”. Speriamo che Reja sia di buon augurio e Pescara si liberi del suo male (:cool:)
Allora non solo Sebastiani ma anche Scibilia prendeva allenatori esordienti dalla primavera (:acute:)