La Real Piazza in una stampa di fine '600
Dopo essere passati in vantaggio e aver dominato il primo tempo, i nostri eroi ad Empoli sono stati sottoposti all’assedio:
la Fortezza Pescara ha però resistito fino alla vittoria!
Il paragone con la Real Piazza di Pescara, la leggendaria fortezza voluta da Carlo V per prevenire gli attacchi dei pirati ottomani e poi divenuta caposaldo borbonico nelle remote terre di confine Abruzzesi, però regge fino a un certo punto: mentre il modulo Zauriano prevede nominalmente quattro difensori, la Fortezza si difendeva… a sette.
Sette erano infatti i poderosi bastioni che caratterizzavano il forte: il più micidiale e il più difficile da attaccare era quello di San Giacomo, detto “il cavaliere” per via della particolare struttura difensiva centrale, che consentiva il tiro di artiglieria lungo le mura adiacenti per martellare eventuali assedianti che si fossero spinti fin sotto le stesse.
Il bastione di San Giacomo in una rara fotografia della metà dell’800
Il bastione di San Giacomo (situato nella zona dell’attuale piazza Alessandrini – viale Colonna) era collegato tramite camminamenti sulle mura a quello di San Nicola (Camera di Commercio – ENEL) e a quello di San Rocco (zona sottopasso della Tiburtina – distributore AGIP).
Da quello di San Rocco, in senso orario, si dipanavano poi i bastioni minori di Sant’Antonio (sul basamento del quale poggia tuttora la testa meridionale del vecchio ponte di ferro della ferrovia), San Vitale (ove si trovava la piazza d’armi di Rampigna, poi divenuto piazzale del Colorificio Italiano Blu Oltremare ed infine fossa dei leoni della Strapaesana e del Pescara), San Francesco (piazza Duca d’Aosta, inizio Corso Vittorio) e San Cristoforo (piazza Unione).
Le mura e i bastioni sovrapposti all’attuale impianto cittadino
Ma la Storia insegna che nonostante i bastioni e le barricate, per la Fortezza come per il Pescara,
la sola difesa non porta risultati:
quando ha pensato solo al “catenaccio”, la Fortezza – pur resistendo a lungo – alla fine è sempre caduta in mano al nemico… Gli austriaci la presero agli spagnoli (1707), gli spagnoli agli austriaci (1734), gli austriaci ai francesi (1815).
La fortezza PRIMA della fortezza? “Qalea Piskara”, il Castello di Pescara, nella mappa dell’ammiraglio turco Piri Reis, 1525
Le uniche volte che il Forte ebbe pieno successo fu quando gli assediati non rinunziarono a sortite offensive: lo fecero gli spagnoli contro i turchi nel 1566 (e questi ultimi pensarono bene di andare a saccheggiare Francavilla, Ortona e Tollo, dove ancora si rievoca l’episodio in occasione della Festa dei Turchi), lo fecero i lealisti borbonici contro gli insorti Ettore Carafa e Gabriele Manthonè, che intendevano instaurare anche a Pescara la Repubblica Partenopea del 1799.
Quindi, caro Zauri, vid c’ha da fa e continua così: innalzare le mura può essere utile a tratti, ma NU SEM NU, e quindi MAI rinunciare in partenza al contrattacco. Come ad Empoli!
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24 Comments
Grazie, ragazzi. In realtà quei dati sono alla portata di tutti, si trovano normalmente su internet. Ho solo selezionato quelli che mi ricordavano di più la partita di Empoli, e ho scritto l’articolo etto. L’unica cosa “nuova” che ho scoperto è quella immagine della mappa turca in cui è rappresentato un castello di pescara preesistente alla fortezza, del quale non esistono altri riscontri. Ma è anche vero che queste mappe venivano aggiornate man mano: quindi è a mio giudizio possibile che il castello non era riportato fin dalla prima stesura della carta (1525), ma fu aggiunto dopo. Quanto al dialetto pescarese di cui si incuriosisce Cillon, bisogna considerare che all’epoca l’Abruzzo era una terra di selvaggi. Non esiste praticamente una testimonianza scritta di come si parlava. Nella fortezza erano di stanza soldati di ogni provenienza e di ogni dialetto, mentre i locali erano pochi contadini e pescatori. E i commercianti che navigavano verso la Dalmazia forse parlavano più il croato che l’italiano dell’epoca.
Mi chiedo : ma in quel periodo il dialetto pescarese era lo stesso di oggi , o aveva delle influenze diverse ?
Nemicissimo0 è un articolo veramente bello. Mi complimento della tua conoscenza storica. Veramente questa community è un qualcosa di raro. Bravi a tutti voi
Complimenti NemicissimO. interessante pagina storica. Bravo!
Con Cuccureddu, anche con il 10-0-0
Pensavo che a Pescara si fosse sempre vinto con il 4-3-3. Invece anche il 7-2-1
Max, nin mi di’ nind, quiss dell’hinterland ti fanno capare le ” e” finali
sci draculò…nell’hinterland hanno ancora le cosse pelose

Pescara è sempre stata terra di conquiste, mo’ ci vengono a rubare le donne dell’hinterland
Repoman , pi quell pure io sicuro sicuro stei bell allegr🍻
1525 ovviamente. Lapsus.
Ho appena letto su Wikipedia che la fortezza fu terminata nel 1566, e che prima c’erano solo i resti di vecchie fortificazioni precedenti. Chissà che voleva rappresentare l’ammiraglio turco nella mappa del 1825, dove invece si vede un castello intatto e completo.
Ji stev a Toll aspitta’li turc, e nel frattempo mi facev du fiasc
Condivido max , cullù solo l’affarista poteva fare.
Invece io di sicuro stavo con la spada a rifare faccia agli ottomani
Più che con i lealisti poteva stare con gli affaristi
Re Patane e zí Pataniello.
Come si chiamava il “Sebastiani” che guidò i lealisti borbonici nella vittoria contro gli insorti Ettore Carafa e Gabriele Manthonè?
Complimenti all’utente nemicissimo .
Grande Nemicissim0.
Molto bello ed interessante 👍, tante cose della nostra pescara non le sappiamo
Bella “perla” di pescaresita’
Sempre simpatici e istruttivi questi tipi di articoli: contribuiscono … al “nu seme nu”!

Quante battaglie
Ottimo dualismo