Riceviamo e pubblichiamo (continua dalla precedente puntata) –
- Si potrebbe proporre un invito del tipo: “I giornalisti facciano i giornalisti”?
Dalla stampa ci si aspetterebbe un’informazione obiettiva e neutrale, ovvero quanto più possibile aderente alla realtà dei fatti, non foss’altro che per rispetto di chi acquista i quotidiani e di chi segue le trasmissioni TV; cioè di coloro che permettono l’esistenza della stampa stessa. Ma siamo nel campo della pura utopia, per almeno due diverse situazioni.
Da una parte, abbiamo i (tanti) giornalisti arrivati a questa professione perché … “non sapevo cos’altro fare nella vita”, quindi facilmente influenzabili da “fattori esterni”, se così vogliamo chiamare le veline provenienti dall’editore che, a sua volta, le riceve dal “piano di sopra”. E per quanto si possa credere di essere arrivati all’attico, c’è sempre un altro “piano di sopra”.
In proposito, sicuramente non sarà sfuggito a nessuno che gli ospiti-opinionisti delle trasmissioni TV sono sempre gli stessi, in molti casi da diversi anni, e ciascuno di essi con un ruolo ben preciso; nelle trasmissioni di calcio come in quelle di politica, di economia o non so che altro. E tutti noi possiamo sbizzarrirci a indovinare quale potrebbe essere il motivo di siffatta … “inattaccabile fedeltà”.
D’altra parte, abbiamo i (pochi) giornalisti che, pur a schiena dritta (ormai un merito da encomio solenne), possono essere paragonabili allo scrittore di libri, in particolar modo libri di storia. Nessun autore è davvero neutrale perché, consapevolmente o meno, ognuno trasferisce nel testo (o nella conferenza) il proprio pensiero critico. Per averne la prova basta leggere … anche solo leggere (invece di studiare) … dieci testi sullo stesso argomento, diciamo la Seconda Guerra Mondiale, e \possiamo star sicuri che troveremo dieci versioni diverse; eppure quella Guerra è stata una sola. Per non parlare, poi, di ciò che avviene nei testi di Storia dell’Arte, dove l’interpretazione personale è ancora più marcata, fino a sfociare nella manipolazione.
Allo stesso modo, un giornalista che parla di calcio, sapendo di “cosa” sta parlando, può mettere in campo tutta la buona volontà di questo mondo, ma finirà sempre per esprimere il proprio tifo o la propria avversione, le proprie simpatie o le proprie antipatie, la propria gratitudine o la propria “vendetta”.
Del resto, ne abbiamo la prova provata anche a Pescara; e non da oggi.
- Ad esempio?
Ricordiamo tutti, e molto bene, con quale esemplare unitarietà e calore critico la stampa locale mise in evidenza le negatività dei “Quattro dell’Ave Maria” (F. De Cecco-Marinelli-Taraborelli-De Leonardis), o dell’ultimo sconcertante Scibilia (che oggi facciamo finta d’aver dimenticato), come pure del suo successore “Dante da Bellante” (Paterna). E ricordiamo ancora meglio il calore critico, ai confini della “avversione bellica”, con cui si impedì che la Pescara Calcio finisse nelle mani della fantomatica Ethafin, rappresentata dall’ancor più inquietante Luzi, o nelle mani di mister Pincione e del suo “socio” sceicco … “purtroppo” impossibilitato ad atterrare al nostro aeroporto “Pasquale Liberi” perché la pista non era abbastanza lunga per il suo super Boeing personale.
A fronte di quella sacrosanta ed esemplare “missione” giornalistica, finalizzata solo e unicamente alla difesa dell’Onore Biancazzurro, oggi 7 giornalisti su 10 (più o meno gli stessi di allora) hanno messo sotto ermetico silenzio lo sfascio in atto da diversi (troppi) anni, arrivando persino a giustificarlo con spettacolari ed esilaranti “arrampicate” sullo specchio insaponato.
A cosa dobbiamo questa abissale e clamorosa differenza di atteggiamento?
Mah!… Io una mezza idea ce l’avrei.
In ogni caso, sia come sia, lo stato di fatto (e non le chiacchiere) ci dice che, invece di commentare e riflettere le nostre partite con la Juventus, il Milan, l’Inter, il Napoli e la Roma, mal che vada con il Bari, il Palermo, l’Ascoli, la Sampdoria e il Parma, sono tre anni che i nostri amici si danno da fare per scrivere e montare servizi su … chi allena il Gubbio, sul centravanti del Picerno, sullo schema tattico utilizzato dal Cerignola, su quanto è bravo il portiere del Pontedera e su quanti punti ci separano dalla Carrarese … E invece di frequentare la tribuna stampa di San Siro, dell’Olimpico, del San Nicola, di Marassi e del Barbera, devono allegramente arrabattarsi nei “pollai” di Monterosi, di Recanati, di Francavilla Fontana, di Sestri Levante e altri ameni borghi italiani che fanno la felicità dei turisti, ma non certo dei tifosi.
Sono tre anni, mentre il quarto ci aspetta “amorevolmente” a braccia aperte, che le partite con il Cesena, il Foggia, la Torres, il Catanzaro o il Modena sono diventate “big-match” … Partite che fine a 10 anni fa venivano snobbate, e dimezzavano il pubblico dell’Adriatico, adesso sono i nostri“big-match” dell’anno! Che dire? Cari amici della stampa pescarese, ognuno di voi è assolutamente libero di scegliere il livello di “professionalità” in cui si trova a proprio agio, ma è sempre utile tenere presente quanto ci dice il saggio: “Ciò che scegliamo coincide sempre con ciò che meritiamo”.
Gabriele Orlando
P.S.: nel ringraziare
“Gaby” Orlando per il suo contributo, precisiamo che il rispettivo contenuto rappresenta sempre e solo un’espressione dell’autore e non impegna il punto di vista del sito 40mila.it. Cogliamo inoltre l’occasione per ricordare a tutti i tifosi biancazzurri che questo sito “appartiene” ai tifosi stessi della Pescara Calcio: sono pertanto benvenute proposte di ulteriori contributi. A tal fine, è possibile utilizzare la mail di contatto info@40mila.it (anche raggiungibile dal link nel menù principale in alto).
16 Comments
Ai tempi di Scibilia la stampa non era tenera, alcuni giornalisti (uno in particolare ancora oggi in piena attività) lo massacravano di continuo.
I giovani hanno la memoria che si ferma a Paterna, ma la storia è molto più lunga.
SIAMO IN PROVINCIA, GENTE! E non valgono i paragoni con i tempi andati, che da un lato non sono esattissimi (come giustamente ha ricordato harken) e dall’altro erano appunto tempi diversi, dinamiche diverse e soggetti largamente estranei all’ambiente. Oggi no, tutto il contrario.
Ma veramente vi chiedete il perché la stampa continui a parlare di moduli e di gente che ha richieste dalle sirene della serie B? E dai su… non siamo a New York, dove la stampa può attaccare Trump, Biden o chi cacchio gli pare. Qui siamo a Pescara, dove gli intrecci, i flirt, gli scambi di fidanzatine e di canne e le mangiate di arrosticini sono a livello dell’istituto Tito Acerbo.
Perché? Sommate editoria + sport + banche + sanità + … aggiungete il resto e tirate le somme …
Ottima analisi Harken. Una curiosità sara’ quella di scoprire il fondo del pozzo. Il prossimo anno con la squadra in lotta per evitare i play-out o peggio, si continuerà come nulla fosse a parlare di 4-3-3, 3-5-2, delle potenzialità inespresse di Vergani ed esaltarci per sconfitte di misure contro “squadroni”?
A Dirla Tutta ci Manca Lu Bummone!! Che nell’ Ultimo Periodo si è Un po’ Allontanato!!
La domanda chiave secondo me è: per quale ragione i media hanno abdicato al loro ruolo?
E non si pensi che la motivazione risieda nella loro incapacità: basta rivedersi i video delle conferenze di Rizzuto, massacrato e fatto a pezzi da tutti coloro che tacciono da quando è arrivato cullù.
Nom posso credere che chi fece le inchieste sulla società anonima svizzera non sia più in grado di triangolare sbaciucchione e i chip delle magliette, l ekk e cullù, oppure che non sia in grado di mettere in relazione specifici procuratori, i loro assistiti e il mercato dell emiro, per non parlare del centro di riabilitazione, dei procuratori e della mummia…
Premessa su una cosa sulla quale dissento dal mitico Gaby.
Io sinceramente non ricordo nessuna forma di critica rivolta a Paterna da parte di nessuno, certamente non quando era doveroso farle (negli ultimi 2 mesi con i buoi ormai scappati e davanti alla 2 retrocessione in 3 anni è tardi). Ricordo anche che l’unico luogo dove si diede risalto all’atto madre dello spolpamento societario (la riduzione del capitale sociale a 10 mila euro) era il muro di forzapescara.com. Magari qualcuno di voi ricorderà attacchi pesanti al modo di gestione del Pescara di Burns, io francamente no, manco uno. Tale e quale a mo.
Però rispetto ad ora effettivamente ci sono delle differenze di non poco conto:
1) Cullù non è passeggero. Paterna era un ladro di galline: arriva, vende il vendibile (tra cui Calaiò) e retrocede dopo aver lasciato le briciole nella società, in periodo di transizione tra il calcio pre diritti tv e quello post. Cullù invece è arrivato con una squadra già in A con in rosa Verratti, con diritti televisivi ben strutturati ed è anche riuscito a piazzare alcuni colpi da plusvalenza non da poco lungo tutto il suo periodo (Quintero, Lapadula e via dicendo). La mole di denaro allucinante passata da questi lidi non ha prodotto uno spolpamento immediato, ma un costante passo indietro economico-sportivo di anno in anno: non è un trauma, ma è uno stillicidio che per sua natura è meno percepibile.
2) Paterna era un “esterno”, cullù è di Pescara (anche se sono sicuro che da un esame del dna uscirebbe sicuramente 100% chietino). E Pescara si sa che è un grosso paese dove ci conosciamo tutti, quindi i contatti dei piani alti (e non solo) di cui parla Gaby sono ben possibili e strutturati.
3) Il livello di servilismo della carta stampata, già emerso sotto Paterna, ha raggiunto livelli assurdi già dall’epoca De Cecco post fallimento, facilitati anche dal fatto che le cose andavano bene quindi c’era poco da criticare (e manco con le ridicole dimissioni post comunicato dei Rangers mi pare di aver letto alcuna forma di critica). Semplicemente le cose sono andate avanti così anche dopo, facilitate dai buoni risultati nei primi 5-6 anni (2 promozioni in A, 1 finale playoff persa), del resto i record negativi in A “eh vabbè ma è sempre la serie A”, ritornando allo stillicidio di cui sopra.
Ennesima serie di articoli bellissimi del buon Gaby, che come al solito mettono il dito nella piaga.
Io non voglio che cullu’ sia dimenticato, ma che venga PER SEMPRE ricordato come il PEGGIOR BRESIDENDE DI TUTTI I TEMPI!
figliodel36, visto che tuo padre sa sempre tutto, gli chiedi quando sto cingione si toglie dalle palle?
Nello striscione vengono citati tre nomi. Gli altri che usano il nome Pescara per i loro scopi di lucro dove sono?
Condivido al 101% quanto scritto dal buon Orlando Sono cose comunque che penso da molti anni ma ancora non me ne sono fatto una ragione Quando hai visto e sentito il peggio scopri invece che la razza umana da sempre il peggio di se e tocca livelli….fognari .
Il tempo passa per ogni cosa ….inesorabile. Aspetto al varco certa gente ….Il tifoso ha la memoria lunga ….quando risorgeremo e i nostri colori torneranno a risplendere sapremo come trattare certi personaggi minuscoli
Io sono del parere che le contestazioni e le critiche “pacifiche” non hanno mai portato da nessuna parte. Bisognerebbe depenalizzare le sardelle costruttive. Sai quanti reati e porcate in meno ci sarebbero?
Discorso complesso. Da una parte l’indiscussa abilità di Cullu’ di crearsi una rete di protezione individuando chi realmente conta nel suo mondo (lega, procuratori, stampa e tifoseria organizzata), dall’altra la riluttanza, umanamente comprensibile, di andare a cozzare contro un sistema stabilito (tengo famiglia, mi facc li cazz ami) che prevale sulla deontologia professionale. Problema relativamente banale nel calcio, piu’ preoccupante in altri aspetti della vita sociale.
Scusate, ma come devo leggere la foto di copertina?!?
Prima lettura: “basta (con questi di) 40mila!”. Insomma, già ci sono quei nomi di seri professionisti che di questi parvenue non sappiamo che farcene! (… e ora qui mi bannano😅).
Seconda lettura possibile (ed opposta alla prima): “è sufficiente 40mila! Bastano loro! Altro che quelli lì!” (e qui forse mi sono guadagnato la “sbannatura” 😅).
Per la risposta … io faccio sempre parte dei seguaci di Quelo!
😁
Bell’articolo. Aggiungerei che molti dei pseudo-giornalisti riportano notizie per non arraffare le piume al capo editore che sarà amico di Cullù. Perchè creare zizzania quando il posto è assicurato se faccio soltanto la mia parte senza impegno. Lo scoop non esiste e il fuoco s’appicc soltanto per gli arrosticini in questa maniera.
Il Discorso Si Fa Interessante!!!!