Domenica, 26 giugno 1977 (continua) – Link alla parte precedente
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(…) abbiamo due quotidiani che scrivono addirittura di 45.000 persone. Non è affatto una stima esagerata, non solo perché tutti noi abbiamo visto a che livello di “compressione” eravamo sulle gradinate e nei corridoi, ma anche perché gli stessi quotidiani (Corriere dello Sport e Messaggero) denunciano che per questa partita è stato battuto il record nazionale di … accrediti d’ogni genere, biglietti-omaggio per gli “amici”, biglietti-omaggio per gli “amici degli amici”, inviti politici … Ai quali bisogna aggiungere gli innumerevoli tifosi (per lo più locali) che hanno approfittato del caos generale ai cancelli e sono riusciti ad entrare gratis.
Si hanno notizie più precise anche sui tafferugli scoppiati in Tribuna, cioè l’unico settore in cui le due tifoserie erano a diretto contatto. In particolare, sono sei le persone seriamente ferite: un 23enne tifoso del Pescara, residente ad Atessa, colpito violentemente in testa con un corpo contundente, due tifosi del Cagliari, entrambi feriti con calci, pugni e bottiglie rotte, tre agenti di Polizia, tra cui addirittura il comandante che è stato scaraventato giù per i gradoni del primo anello. Il presidente della Ternana, in quanto responsabile dell’organizzazione logistica, fa subito sapere che ritiene colpevoli dei disordini i tifosi pescaresi, solo perché … in netta maggioranza! Ma che motivazione è?… I pescaresi hanno menato di più, essendo in netta superiorità numerica, ma questo non significa che siano stati loro ad “appicciare il fuoco”; anzi, lo abbiamo visto tutti che non è così. Fatto sta che la Ternana ha già inoltrata richiesta di risarcimento danni alla Pescara Calcio. Insomma, i cagliaritani hanno provocato all’ennesimo grado e la Pescara Calcio paga?
Ma quando ci liberiamo di questo incubo sardo?
A proposito di “perfetta organizzazione”: in Tribuna Numerata (secondo anello), decine di tifosi pescaresi e cagliaritani hanno trovato il loro posto occupato da “portoghesi” o da spettatori in possesso dello … stesso biglietto!… A conferma che fuori lo stadio circolavano decine di bagarini con biglietti falsi. E quindi, altri incidenti!… giacché alcuni dei tifosi “regolari” hanno preferito evitare storie e si sono cercati un posto altrove, ma la maggior parte di loro ha usato le maniere forti … molto forti … per convincere gli abusivi a sloggiare.
A questi chi li risarcisce?
Ma il momento migliore della rassegna stampa arriva con le pagine dedicate ai commenti sui 90 minuti di gioco che … udite-udite!… hanno messo d’accordo praticamente tutti i quotidiani, sportivi e non; quindi anche (ma direi soprattutto) quelle redazioni che nel migliore dei casi ci vedono come fumo negli occhi, e nel peggiore dei casi confondono Pescara con Pesaro; grazie alla loro incommensurabile cultura (di base), davvero degna di veri “giornalisti professionisti”. Eppure, in questa occasione tutti concordi sullo scempio calcistico di Terni, e sul furto subìto dai … “marchigiani”; poi, ognuno lo descrive a suo modo, e con il tono che ritiene opportuno, ma il contenuto è sempre lo stesso. Persino l’Unità, cioè un quotidiano talmente lontano dal calcio che in redazione probabilmente non sanno nemmeno quanti giocatori compongono una squadra, oggi scrive con estrema semplicità e chiarezza: “Se il Pescara non è riuscito a vincere lo deve a Menicucci, che ha sorvolato su almeno due fallacci da rigore ai danni degli abruzzesi” … Ti lascio immaginare cosa “hanno dovuto” ammettere e scrivere gli altri, a cominciare dai “due Corrieri” e la “piccola gazza”.
Sì, lo so … stai aspettando al varco “L’Unione Sarda”; e hai fatto bene perché – t’assicuro – ci sarebbe una sola cosa da fare: prendere questi fogli, incorniciarli e appenderli alle pareti come perenne testimonianza del livello che può raggiungere la vomitevole faziosità di certa stampa sportiva nell’A.D. 1977.
Titolo: “Pareggio col Pescara: la Serie A è più vicina”.
Sottotitolo: “I rossoblù legittimamente soddisfatti del risultato, mentre gli avversari si sono abbandonati all’irritazione. Un altro pareggio a Genova, con l’Atalanta, e la promozione diventerebbe quasi matematica. La disposizione tattica decisa da Toneatto ha ottenuto l’esito che si proponeva. È stata anche sfiorata la vittoria in più di un’occasione”.
E poi il servizio.
“A Terni si gridava solo Forza Pescara. Sembrava di stare a Pescara, non in campo neutro. Più di 40.000 spettatori in uno stadio stracolmo fino all’inverosimile, di cui almeno 30.000 sono di fede pescarese, arrivati da tutto l’Abruzzo; altro che 15.000, come era stato annunciato!… Armati con migliaia di bandiere, magliette, berretti, trombe e tamburi, sono stati i padroni dello stadio. 30.000 bocche spalancate all’unisono, tutto lo stadio addosso al Cagliari. Odiosi slogan lanciati contro i sardi, definiti ‘ladri e assassini’.
Ci sono anche 4.000 sardi al massimo, ma questa volta non ce l’hanno fatta a capovolgere la situazione a loro favore. Tutte le volte che si azzardavano a incitare i rossoblu venivano letteralmente sommersi dal tifo dei rivali. Le loro bandiere finivano per scomparire completamente, inghiottite da una marea biancoceleste.
Il pubblico rimanente era composto da curiosi di casa, tuttavia un po’ acidi nei confronti del Cagliari, accusato di aver rubato la vittoria qualche settimana addietro, con quel gol di Piras che per poco non procurava la retrocessione della Ternana, tra l’altro evitata proprio grazie al Pescara vittorioso a Ferrara.
Si gioca in un anello tutto biancazzurro. È questo un campo neutro? Non sappiamo davvero con quale criterio siano state effettuate le scelte. Da Pescara si arriva a Terni in tre ore di passeggiata automobilistica, o di confortevole carrozza ferroviaria, la Sardegna è lontana anni luce.
Come se non bastasse, il Cagliari è stato subissato di cori: ‘Assassini, assassini’ dall’inizio alla fine della partita.
Casagrande colpisce Nobili a freddo, con la palla lontana, l’arbitro rivolge le spalle all’episodio e non si accorge di niente, ma la sua attenzione viene richiamata dal guardialinee. Di nuovo: ‘Assassino, assassino‘ all’indirizzo del rossoblù espulso.
Pescara all’assalto e Cagliari chiuso in area, ma davanti a Corti ci sono 10 leoni, mentre sugli spalti va in scena ancora il ritornello di ‘Assassini-ladri’ urlato da 30.000 pescaresi. Un frastuono incredibile. I tifosi sardi passano in pochi minuti dalla tensione, alla paura, al panico: un occhio al campo e l’altro alle lancette dell’orologio che sembravano ferme. Finché Menicucci, un arbitro che ci ha voluto bene, non ha fischiato la fine. Altri cori all’inglese di tutto lo stadio a fine partita: ‘La-dri-la-dri-la-dri‘.
I rossoblù hanno concluso la partita dimostrando di avere energie da spendere; il Pescara è alle corde, ormai rassegnato. Il pareggio ha fatto impazzire le poche migliaia di cagliaritani, sommersi nel tifo, non certo nella gioia. Alla fine i più felici erano loro, mentre gli esagitati supporters biancocelesti sono rimasti con l’amaro in bocca. Erano arrivati a Terni convinti di vedere la loro squadra distruggere il Cagliari. Erano venuti caricatissimi, sull’onda di polemiche abilmente orchestrate nei giorni che hanno preceduto l’incontro, ma hanno scoperto quanto l’entusiasmo possa ben poco di fronte alla determinazione e, diciamo pure, all’esperienza degli avversari che, pur ridotti in 10, hanno trovato il modo di chiudere tutti gli spazi ai giocatori del Pescara.
Delusi e amareggiati, hanno finito per prendersela con tutti. Con i giocatori del Cagliari, definiti ‘ladri e assassini’. Con l’arbitro ‘venduto’. Con i tifosi rossoblù, contro i quali non hanno fatto altro che inveire. Lo 0-0 non l’hanno proprio digerito. Dopo aver visto all’opera il Pescara odierno, viene davvero difficile capire com’è che questa squadra abbia potuto concludere la stagione registrando al suo attivo il maggior numero di goals segnati tra tutte le squadre di Serie B”.
Questa è la pagina, che ti riporto come sempre alla lettera, firmata da tale Antonello Madeddu … forse perché in questa occasione persino il tristemente famoso Franco Brozzu sì è rifiutato di giocarsi ogni residuo di reputazione e dignità
Per quanto si potesse essere preparati a qualcosa del genere, si resta davvero sgomenti e impossibilitati a commentare una porcheria del genere, peraltro intrisa di infantili contraddizioni. Ma un lampo di lucidità mentale l’ha avuto anche questo Madeddu, quando non può fare a meno di scrivere: “Menicucci, un arbitro che ci ha voluto bene” … Mi sembra che mai come questa volta non occorra aggiungere altro.
Se non un invito di tutto cuore: “Vergognatevi!” … ammesso che sappiate cos’è la vergogna.
E avranno sicuramente a che fare con la vergogna questa sera, quando la TV privata sarda “Videolina” trasmetterà (ore 21) la telecronaca registrata di tutta la partita, di modo che tutta la tifoseria rossoblù non presente a Terni potrà fare il confronto tra ciò che ha letto stamattina e ciò che vedrà stasera. E siccome la trasmissione sarà sperimentale a colori, nessuno potrà confondere le due squadre in campo.
Nel dopopartita, ha detto Cadè: “Altro che vittoria! Meritavamo il trionfo. Se ripetiamo questa partita dieci volte in condizioni “normali”, vinciamo dieci volte per tre a zero; esattamente come è avvenuto in campionato all’Adriatico. Abbiamo dominato in lungo e in largo, cancellando letteralmente il Cagliari dalla scena. Il contropiede di Quagliozzi? Un unico, isolatissimo, episodio in 90 minuti, dovuto proprio al fatto che il Cagliari non lo abbiamo proprio visto, e così abbiamo concesso qualche confidenza”.
Caldora: “Stando in Tribuna, ho potuto sentire con le mie orecchie i commenti dei tifosi e dei giornalisti sardi, tutti convinti di essere stati graziati dall’arbitro. Ma il pareggio va bene ugualmente, nonostante tutto, purché i prossimi due incontri di spareggio, e tutto il calcio italiano in generale, restino puliti”.
Per la squadra parla solo Andreuzza, perché tutti gli altri preferiscono il silenzio per evitare di essere squalificati a vita. Dice il nostro super-stopper: “Siccome esiste una Giustizia Divina, il Pescara andrà sicuramente in Serie A. Il Cagliari visto a Terni non può incutere alcun timore all’Atalanta perché, una volta bloccati Piras e Virdis, non resta più niente; sono alla frutta. La squadra di Rota non faticherà a sbarazzarsene. Ma se anche non dovesse vincere l’Atalanta, per noi cambierebbe molto poco: con il pubblico che abbiamo, a Bologna saranno gli atalantini a doversi preoccupare, non certo noi. Oggi, entrando in campo, abbiamo avuto i brividi e le lacrime agli occhi; quella visione ci accompagnerà per tutta la vita”.
Anche in questo caso … cos’altro vuoi aggiungere?
Ti starai chiedendo cosa hanno dichiarato sul fronte cagliaritano?
Protagonista assoluto, manco a dirlo, è (e resterà per sempre) il nostro amico Lauro Toneatto:
“Ho impostato la gara per ottenere il pareggio e per non sprecare energie in vista di Genova, dove puntiamo a un altro pareggio, visto che poi a Bologna sicuramente l’Atalanta batterà il Pescara. Perciò, li abbiamo aspettati nella nostra metà campo, visto che loro in attacco sono piuttosto leggerini, per poi colpirli in contropiede. Dunque, la Serie A è più vicina, anche se a conti fatti il pari odierno ci accontenta solo a metà perché noi non abbiamo sofferto più di tanto e con un po’ più di determinazione la partita poteva essere vinta, ma le punte, poverette, non hanno mai visto così pochi palloni come oggi. Piuttosto, non capisco questo accanimento del Pescara … Il rigore su Nobili? Ma avete visto che ce n’era uno netto anche a nostro favore? E comunque, io non ho mai contestato l’operato dell’arbitro, figuriamoci se lo faccio ora! Finché l’arbitro non fischia, di rigori non ce ne sono mai. L’assedio del Pescara? Ma quale assedio? Non abbiamo sofferto più di tanto e il nostro portiere ha fatto mezza parata in tutta la partita”!
Visto cosa succede a chiudere i manicomi?
Tant’è vero che (si dice in giro) in sala stampa i giornalisti presenti non sapevano se scoppiare a ridergli in faccia, oppure se andarsene subito via, disgustati da una tale presa per il culo. Una cosa è certa: nel sentire come “parla” questo allenatore, tutta Italia calcistica ha capito perché Gigi Riva si è ritirato.
Non per niente, i commenti migliori a questo “capolavoro delirante” gli arrivano dal suo stesso fronte.
Sempre Antonello Madeddu scrive: “Toneatto dice che non abbiamo sofferto poi tanto? Beato lui! Il secondo tempo è stato un assedio pescarese che, soprattutto dopo l’espulsione di Casagrande, ha ridotto al completo silenzio i 4.000 eroi sardi, letteralmente paralizzati dalla sofferenza”.
Soddu, capo dell’esecutivo regionale Sardegna: “Abbiamo giocato in trasferta. Negli ultimi 10 minuti ho sofferto come non mi era mai capitato in vita mia. La squadra è da elogiare in blocco per aver ottenuto questo pareggio a dir poco eccellente”.
Virdis: “Pubblico eccezionale. Noi abbiamo giocato in trasferta, perciò il pareggio è ottimo”.
Demontis (presidente del Coordinamento Cagliari Clubs): “Per quanto noi si urlasse, era impossibile sovrastare la marea biancazzurra alla quale, è evidente, i ternani hanno dato una mano. Ma senza l’espulsione di Casagrande avremmo vinto sicuramente noi, infatti stavamo dominando. E se le autorità avessero mantenuto le promesse avremmo vinto anche sugli spalti”.
Mah!… poveraccio!
A tardo pomeriggio sono tornato all’Excelsior, dove naturalmente si registra il “tutto esaurito”. Passata la stanchezza fisica e mentale, la riflessione a freddo rende ancor più … bollente l’ambiente dei tifosi. In poche parole, Pescara è in rivolta, come testimoniano anche le scritte spray apparse sui muri e di tono piuttosto violento nei confronti di Menicucci e della Lega, cosa mai accaduta finora a Pescara. Ma è solo l’inizio perché, da parte sua, il signor Manzo ha già inviato un telegramma di protesta alla stessa Lega, e poi ha esposto fuori dal negozio due distinti manifesti giganteschi, come sempre scritti con il pennarello “cubitale” e dal contenuto a dir poco infuocato, l’uno dedicato al “signor Mike-Lotti” e l’altro al “signor Meny-Kucci”; in modo da non poter essere accusato di offesa e diffamazione.
Un altro telegramma alla Lega è stato inviato dal CCCB.
Figuriamoci!… è una pioggia di benzina sul fuoco, ma non si può ragionevolmente pensare che una tifoseria la prenda con filosofia dopo uno scandalo del genere. E dunque, all’Excelsior come allo stadio, al Porto come ai Colli, a San Donato come a Piazza Duca, è tutto un ardere arroventato. Ovunque è segnalata “promessa” di guerriglia, ovunque non si parla ma si urla, ovunque risuona la seria minaccia di trasformare la partita di Bologna in una vera e propria “resa dei conti finale” contro tutto e tutti, per la serie “muoia Sansone con tutti i Filistei”.
Insomma, un “macello senza carne”, peraltro rinfocolato di ora in ora dalle suddette dichiarazioni apparse sui giornali che, naturalmente, si stanno spandendo a macchia d’olio ben oltre i confini geopolitici della città.
Il tema di … “discussione”(???) è solo uno: dopo le ultime dieci partite in campionato del Cagliari, dopo Michelotti al Sant’Elia e Menicucci a Terni, c’è ancora chi parla di “errori in buona fede”? Certo che ci vuole davvero una bella faccia di cazzo per spararla così grossa e, addirittura, pretendere pure che il tifoso ci creda. Dovremmo cioè credere a un Menicucci “in buona fede” nonostante sia l’arbitro di:
Come volevasi dimostrare.
L’arbitro Gino Menicucci
Il curriculum di Michelotti, poi, è davvero senza fine. Se solo vogliamo limitarci al Pescara e al campionato appena concluso, basta citare Atalanta-Pescara, durante la quale concede all’Atalanta non si sa quante punizioni dal limite, due delle quali (guarda caso!.. ) fruttano i due gol nerazzurri. Oltre allo “storico” Cagliari-Pescara del mese scorso.
15/05/77, Cagliari-Pescara: l’arbitro Alberto Michelotti e Mario Brugnera (Cagliari)
Eppure, stiamo parlando di due arbitri internazionali, considerati tra i migliori 5 nel mondo. Dunque, questi due signori non conoscono via di mezzo: o la loro direzione è impeccabile oppure è uno scandalo a cielo aperto, che però “capita” sempre con le solite 4-5 squadre di medio-basso livello e, ad esempio, mai con le solite 4-5 grandi del calcio Italiano … Ma guarda un po’, a volte il caso!…
Dunque, sta diventando sempre più chiaro che Michelotti e Menicucci sono solo due pedine di un ben più alto disegno calcisticamente mafioso, al quale è impossibile ribellarsi, se non si vuole compromettere la carriera in corso. E qui c’è unanimità di parere: invece di prendercela con due “pedine-pedoni” dello scacchiere dovremmo prendercela con “re e regina”, che però si guardano bene dal metterci la faccia. E infatti, quanti tifosi (di tutta Italia) possono dire di conoscere la faccia dei “regnanti”? Mai visti, né sui giornali né in televisione; fantasmi assoluti che, in quanto tali, operano solo nell’ombra.
E noi, a Pescara, di “ombre” ne sappiamo qualcosa. Hai voglia, come ne sappiamo!…
Oltre a tutti questi infuocatissimi discorsi, nel tardo pomeriggio all’Excelsior si sparge velocissima la voce sull’organizzazione di un treno speciale per Bologna, e lo stesso signor Manzo conferma in pieno questa intenzione, addirittura esponendo un (terzo!) manifesto scritto al volo, in cui spiega che tra Terni e Bologna non c’è assolutamente paragone, a livello di velocità e comodità, per cui si esclude subito la ripetizione di un altro “impazzimento” nell’organizzare carovane di pullman, a favore della già collaudata “Freccia Biancazzurra”; preferibile sotto ogni punto di vista … Compartimento FS di Ancona permettendo …
Il “Regalo Artistico” viene immediatamente preso d’assalto da centinaia di tifosi (spuntati non so da dove) che, soldi alla mano, vogliono già prenotare treno e stadio.
È stato solo esposto un manifesto scritto “al volo”, tanto per confermare la suddetta voce in circolazione, non si sa ancora niente di ufficiale, a cominciare dai costi e orari, ma sembra proprio che questi siano “dettagli” superflui. Per il Pescara non c’è crisi economica che tenga e, a costo di mangiare pane e cipolla per una settimana, alla “resa dei conti” di Bologna ci saranno proprio tutti, compresi quelli che a Terni non hanno trovato posto in un Liberati rivelatosi decisamente troppo piccolo. Del resto, nessuno avrebbe mai potuto immaginare un “Abruzzo Biancazzurro” di tali proporzioni.
È quasi ora di chiudere il negozio quando arriva una telefonata con la quale Vittorio Canale (Club Laser cb, vice presidente del CCCB e grande amico del signor Manzo) ci informa sul comunicato appena ricevuto dal Bologna F.C. (organizzatore della partita) a proposito dei biglietti per lo stadio: nessuna sorpresa, perché i costi sono stabiliti direttamente dalla Lega, perciò sono gli stessi di Terni. Il Comunale di Bologna è abilitato per 46.000 posti in super-capienza, così suddivisi: 6.000 in Tribuna, 10.000 nei Distinti e 30.000 nelle due Curve; per cui, questo significa che non potranno essere venduti più di 38.000 biglietti … in teoria!…
A quanto pare, già stamattina il CCCB ne ha chiesti 18.000, basandosi sulla quantità venduta per Terni, ma ha altresì comunicato alla società ospitante che questo potrebbe essere solo un primo quantitativo; tutto dipende dalle richieste. Per la precisione, inizialmente sono stati chiesti 1.000 biglietti di Tribuna, 5.000 di Distinti e tutti i 15.000 della Curva San Luca, scesi poi a 12.000 perché il Bologna ha fatto sapere di doverne trattenere i 3.000 già prenotati dai tifosi abruzzesi residenti in città e nei dintorni.
È una notizia che per noi del gruppo-capo contiene un aspetto molto ma molto negativo: richiedendo la Curva San Luca, stiamo consegnando su un piatto d’argento la Curva Andrea Costa agli atalantini, che naturalmente ringraziano commossi; ma si può essere più sprovveduti e provinciali di così? La primissima cosa da fare, ma proprio la prima in assoluto, era l’accaparramento della Curva bolognese, non solo perché è quella degli ultras locali, ma soprattutto perché il tunnel degli spogliatoi sta proprio sotto la “Andrea Costa”, con tutto quel che ne consegue a livello di “accoglienza” quando le due squadre escono e rientrano. Per cui, a livello di dignità-ultras, perdiamo mille punti in una botta sola, anche e soprattutto nei confronti degli amici Ultras bolognesi, che già da diversi giorni ci hanno preannunciato con grande piacere l’ospitalità nella loro Curva (per di più, sono in pessimi rapporti con gli atalantini). Anzi, cinque del loro gruppo-capo verranno a Pescara tra domani e sabato, per qualche giorno di vacanza (al mare), ma il vero motivo è mettere a punto l’organizzazione anti-atalantina.
Siamo incazzati come bestie imbestialite.
Proviamo a protestare con tutta la veemenza che abbiamo in corpo, ma il signor Manzo ci smonta subito con un “C’è niente da fare, ormai”. Prima di tutto perché la richiesta dei biglietti spetta ufficialmente al CCCB, che naturalmente ha deciso senza interpellare nessuno. E poi perché lo stesso signor Manzo ci preannuncia che è intenzione dell’Excelsior-Rangers andare nei Distinti; anche in questo caso senza che nessuno, nemmeno per sbaglio, sia stato sfiorato dall’idea di chiedere il nostro parere in proposito. Visto che siamo i diretti interessati, nel caso qualcuno l’avesse dimenticato.
Dalla padella alla brace! Non solo non andremo in Curva Andrea Costa, ma addirittura la tifoseria pescarese “presenterà” il suo maggior gruppo “ultras” nei Distinti!… Davanti a tutta Italia!… Ma ci rendiamo conto? Giunti alle porte della Serie A, ci comportiamo ancora come i gruppi pseudo-ultras della Serie D girone H. I quali ultras della Serie D vanno ai Distinti solo perché i loro stadi (???) non hanno le Curve; tanto per precisare. Roba da non credere.
In ogni caso, dopo esserci sfogati con pugni sbattuti sul tavolo e urla di ogni genere, decidiamo di accettare questa ridicola decisione perché, a ben pensarci, è comunque meglio andare ai Distinti (magari giustificandoci con una scusa qualunque) piuttosto che andare alla San Luca che, in quanto Curva “ospiti” dello stadio bolognese, ci avrebbe creato un imbarazzo ancor maggiore; per non dire uno sbianco di portata nazionale e indelebile nei secoli.
Lunedì, 27 giugno 1977
Sono passate solo 12 (… dodici!..) ore dal manifesto ufficioso sul treno speciale per Bologna, e già si rende necessario organizzarne un secondo! Tra ieri sera e … stanotte sono giunte richieste di prenotazione di molto superiori ai posti disponibili. Attendiamo quindi la conferma ufficiale delle FF.SS. tramite l’agenzia Cagidemetrio, insieme alla quale dovrebbe arrivare anche quella dei costi: 7.000 lire per gli adulti e 3.500 per i ragazzi (“teoricamente” fino a 14 anni).
Da parte sua, l’agenzia Carinci non lascia di certo a piedi la sua affezionata “clientela Biancazzurra”, alla quale non fa mancare l’abituale carovana di pullman: quota di partecipazione fissata in 8.000 lire e partenza alle 8,00 in punto dal solito posto. Si paga un po’ di più, ma il biglietto dello stadio è assicurato a tutti gli iscritti, si evitano le code di ore e l’ambiente generale è un tantino più “tranquillo” rispetto a quell’ammasso di “teppisti – delinquenti – pluripregiudicati – drogati – ladri – facinorosi – sfaccendati – prezzolati – rovina del calcio – violenti-ecchipiunehapiunemetta” che popolano le “Frecce Biancazzurre”.
Intanto, la patetica e meschina sceneggiata di Piras (a Terni) ha dato i suoi frutti. Dopo 39 partite consecutive, in cui è stato ammonito due sole volte, Gianfranco Motta becca la sua prima squalifica del campionato, la seconda in tutta la sua carriera!… e dovrà perciò saltare la festa di Bologna, ovvero guardarsela dalla Tribuna. Il tutto, a causa di un’espulsione-farsa assolutamente vergognosa; non per noi del Pescara, ma per l’intero calcio italiano.
Quotidiano Stadio, 28/06/1977
Restando in tema di Giudice Sportivo, la risposta alle “confuse” dichiarazioni di Casagrande arriva direttamente dall’avv. Barbè. Nonostante il referto di Menicucci sia stato sicuramente mieloso e accomodante (tanto più che … non ha visto, essendo girato di spalle!.. ), il “grande” mediano cagliaritano è stato squalificato per tre turni; quindi, salterà Genova ed, eventualmente (tocchiamo tutto quello che c’è da toccare), anche le due partite di un ipotetico spareggio-bis. Dunque, il segnale per il Cagliari, e per tutti i suoi vassalli di corte, mi sembra forte e chiaro: il rubinetto dei favoritismi si chiude qua, può bastare così. Ora, cari amici isolani, vi tocca rimboccarvi le maniche e darvi da fare … giocando; se ne siete capaci.
Del resto … “daje-e-daje … pur’ la cipoll divend aje”. Quando la squadra di calcio più “protetta” della storia ha pure il coraggio di piagnucolare miseria in continuazione … finisce che poi anche i “protettori” cominciano a rompersi le palle; mi pare ovvio.
Il Corriere dello Sport fa sapere (in edizione nazionale) che, passati rabbia e rimpianti, a Pescara sta prendendo il sopravvento un marcato clima di festa, in conseguenza di un ragionamento tanto semplice quanto convinto: non abbiamo vinto, è vero, ma non abbiamo neanche perso, ed è un particolare tutt’altro che trascurabile quando di mezzo ci sono gli “orfanelli di Gigi Riva” e le “vittime dell’arancia”. Il resto lo farà l’Atalanta, che mercoledì vincerà di sicuro il “derbissimo delle protette”, per almeno due motivi:
Nonostante queste premesse tenebrose, a Cagliari continuano a scorrere fiumi di Vernaccia in tutti i ritrovi rossoblù, per via dell’ottimismo generato a sua volta da almeno tre motivazioni.
La prima. Festeggiamo lo scampato pericolo di Terni, ovvero un pareggio che ha senz’altro un valore inestimabile, perché conquistato contro una grande squadra e in una gara giocata totalmente in trasferta (se non peggio!) per via del clima avverso causato dal sorprendente ed ingiustificato astio manifestato dai 25.000 inferociti abruzzesi, dei quali, invece, conoscevamo solo apertura mentale, sportività e accoglienza. Aver inchiodato la partita sullo 0-0 è per noi motivo di grande gioia, mentre a Pescara devono imparare che non bastano esodi di massa e rabbiose urla di intimidazione per vincere una partita, ma occorre ben altro come, ad esempio, il grande carattere dimostrato dal Cagliari.
La seconda. Il pareggio del “Liberati” vale tanto oro quanto pesa perché costituisce altresì un decisivo passo avanti verso quel doppio 0-0 che dovrà regalare al Cagliari una Serie A “ripulita” da ogni rigore sospetto. Infatti, a quel punto, tutti avranno potuto constatare come la “Toneatto band” non sia affatto protetta, non avendo ricevuto nessun rigore e nessuna punizione dal limite in due roventi partite di spareggio.
La terza. La nostra potenza fisica(???) batterà sicuramente il maggior tasso tecnico dell’Atalanta. I nerazzurri sono più riposati? Sì, ma anche a rischio deconcentrazione, dopo 10 giorni di attesa, mentre il Cagliari è al massimo del furore agonistico. Senza contare che a Genova, a differenza di Terni, sarà il Cagliari a giocare “in casa”, grazie ad un maggior afflusso dalla Sardegna, da tutto il Nord e dalla Svizzera. E con un altro pareggio in tasca, ce ne fregheremo altamente della terza partita che di certo non finirà con il terzo pareggio.
Come si vede, anche se la “purga” di Terni non è affatto passata, a Cagliari scatta puntualissima la seconda parte della “operazione leccaggio”, che questa volta concentra tutte le sue forze sulla città di Genova. In proposito, il nostro amico Toneatto ci fa sapere che: “Trattasi di città dove risiedono tantissimi emigrati sardi, ed è facilmente raggiungibile sia dalla Sardegna che da tutto il Nord. Inoltre, per il Cagliari ci sarà tutto il tifo dei genovesi, di entrambe le sponde”.
Ma … appena appreso il calendario degli spareggi, non aveva detto che Genova favoriva spudoratamente l’esodo atalantino?
Dopodiché, don Lauro si trasforma in un super-professore di Storia e va a pescare nella preistoria del calcio, per ricordare che il Cagliari nacque da una “costola” dell’allora imbattibile Genoa. Fu, infatti, proprio la squadra ligure che prestò alcuni giocatori e persino le maglie al neonato Cagliari, per dargli modo di disputare il campionato e, da allora in poi, il Cagliari adottò le stesse maglie dei grifoni per riconoscenza. E infatti, il Cagliari Calcio ci anticipa che mercoledì il Cagliari metterà da parte la sua abituale maglia bianca con bordi rossoblù per indossare la stessa maglia del Genoa … Mamma mia!… Neanche i chietini arriverebbero a tanto.
In questa viscida, appiccicosa e nauseante sceneggiata interviene pure Gigi Riva (e non me lo sarei mai aspettato da una persona seria come lui): “Il Genoa somiglia al mio Cagliari e in tre anni può arrivare allo Scudetto. Pruzzo è il nuovo Boninsegna”.
Quindi, dopo aver spiegato a tutta l’Italia il perché e il “percome” Terni avrebbe “sicuramente” tifato Cagliari e avversato il Pescara, allo stesso modo ora Toneatto ci sta “assicurando” che mercoledì avrà dalla sua parte tutta la tifoseria del Genoa “sottobraccio” a quella della Samp. La quale tifoseria doriana, per l’occasione, dimenticherà l’infuocato attrito con i genoani, dimenticherà di essere finita in Serie B proprio a causa dei cugini (che hanno preso 3 punti su 4 nei due derby di campionato), dimenticherà il gemellaggio con gli atalantini, e andrà in massa in Gradinata Nord … per cosa?… Per tifare Cagliari, tutti insieme allegramente.
Ha ragione il giornalista de Il Tempo, Aguinaldo Berti, che ha scritto testualmente: “E’ persino inutile sprecare tempo e inchiostro per commentare assurdità del genere”. Condivido e adotto ogni singola parola.
Sempre Il Tempo, stamattina propone due titoli “fortissimi”. Il primo si chiede: “A qualcuno non piace il Pescara in Serie A?” e introduce un dettagliato servizio sulle ormai arcinote malefatte arbitrali a danno del Pescara. Il secondo è da incorniciare, praticamente perfetto: “Sulla riva, ad aspettare”. Ed è esattamente quanto farà l’intero Abruzzo mercoledì pomeriggio: tutti seduti sulla riva del fiume (il nostro fiume), ad aspettare un cadavere che senz’altro passerà.
Proprio in questo clima di vigilia genovese, stavo pensando quanto possa essere incredibile il calcio. Fino a qualche anno fa, tutta Pescara simpatizzava calorosamente per il Cagliari e per il suo impareggiabile Gigi Riva che, più o meno da solo, sfidava le tre “strisciate” del Nord … e vinceva! Ora è la squadra più odiata nella storia del tifo Biancazzurro, persino più del Lecce (e ho detto tutto). Fino a poche settimane fa la reciproca avversione fra pescaresi e atalantini era ai massimi livelli, specie dopo … Rocca. Ora, gli atalantini hanno tifato per noi, nella partita di Terni, e, in vista di Genova, Pescara si è trasformata in una calorosa sezione degli “Atalanta Commandos”.
Boh!… vacci a capire qualcosa.
Martedì, 28 giugno 1977
L’indignazione per gli arbitraggi di Michelotti e Menicucci è ben lontana dallo spegnersi; anzi, si sta rinfocolando ad ogni giorno che passa, perché ormai c’è convinzione unanime che non sia affatto finita qua, e il “palazzo” farà di tutto per mandare “avanti” Cagliari e Atalanta. Del resto, quanto abbiamo visto, da aprile ad oggi, non lascia alcun dubbio in proposito; tantomeno possiamo parlare di “sfortunate coincidenze”.
L’onorevole Raffaele Delfino (M.S.I.) ha presentato un’interpellanza al Presidente del Consiglio dei Ministri per chiedere se è a conoscenza del grave e pericoloso stato di tensione venutosi a creare nella città di Pescara a seguito delle “Manovre truffaldine messe in atto per favorire la promozione in serie A del Cagliari ai danni del Pescara” (parole testuali).
Ma questo non è niente, in confronto a quanto ha combinato stamattina il “solito” Zazzà.
Senza pensarci su due volte, ieri sera ha preso la sua inconfondibile Fiat 127 celeste, con tanto di altoparlante montato sul portabagagli, ha fatto il giro della città strombazzando a tutto volume l’appello di “adunata generale”, ha fatto stampare e affiggere a tempo di record migliaia di manifestini (ma come fa?.. ) e, con l’aria che tira, ha avuto gioco facile nel radunare quasi 2.000 tifosi in piazza Italia (… in un giorno feriale!…), l’uno più “nero” dell’altro, con il clamoroso intento di occupare la Prefettura.
La quale Prefettura, invece di chiamare subito Polizia e Carabinieri, chiama … il nostro D.S. Piero Aggradi, che sa benissimo per quale verso prendere Zazzà, e infatti riesce a riportare la calma, anche con l’aiuto di diversi funzionari della stessa Prefettura. L’appello dei pacifisti è chiaro: “No al vittimismo! Portare scompiglio in città, e creare incidenti, è esattamente quanto desiderano i nostri avversari, e ci si ritorcerebbe tutto contro”. Il buon Dario si calma … almeno così sembra … ma il suo contro-appello è altrettanto chiaro: “Se perdiamo la Serie A per motivi sporchi, organizzo una marcia su Milano, sotto la sede di Lega e CAN, che passerà alla storia, e nessuno potrà farmi recedere dall’intento. L’atteggiamento anti-Pescara è ormai innegabile”.
Conoscendolo, direi che non sta minacciando. Sta promettendo.
Esagerato? In tempi e condizioni normali sì, senz’altro; ma in questa delicatissima e fondamentale occasione della Storia Biancazzurra dobbiamo pur difenderci e ribattere in qualche modo. Non è da noi (pescaresi e abruzzesi) restare a guardare passivamente, tantomeno porgere l’altra guancia. Anche perché di guance ne abbiamo solo due, e le abbiamo già utilizzate entrambe. Quindi, “loro” si sono mossi lungo le scale (e gli ascensori) di determinati “palazzi”, noi (seppure con colpevole ritardo) facciamo altrettanto presso altri “palazzi”; non dico per pareggiare i conti, ma almeno per scongiurare la sopraffazione totale.
Infatti, dello stesso parere è Ivo Di Sipio (Club 9 giugno 1974, e assessore comunale D.C.), come del resto tutti i pescaresi: “Menicucci è apparso letteralmente terrorizzato alla sola idea di dare un rigore contro il Cagliari. Ed anche la stampa nazionale, sia scritta che parlata (vedi differita della Rai trasmessa sabato sera), sta pompando a favore del Cagliari in maniera talmente sfacciata da sconfinare nella provocazione”.
Una telecronaca Rai che noi, di ritorno da Terni, non abbiamo potuto vedere, ma ci è stata raccontata da chi è dovuto forzatamente restare a Pescara: roba da voltastomaco!… Senza Vergogna!… con un telecronista che dice a voce l’esatto contrario di quanto stanno dimostrando le immagini; e sempre con il patetico, ridicolo e vomitevole tentativo di esaltare la penosa prestazione del Cagliari.
Per chi avesse qualche dubbio, esistono le registrazioni. E le registrazioni non sono chiacchiere.
Altrettanto diretto è Nebuloso, presidente del Club Aurora: “Le manovre contro la “cenerentola” Pescara (o, se vuoi, a favore delle “super” Cagliari e Atalanta) sono chiare come il sole. Ma non hanno considerato che noi abbiamo una squadra immensa che, con l’aiuto dell’altrettanto immensa Tifoseria Biancazzurra, farà saltare tutti i ‘piani’ precostituiti”.
Ha parlato anche il signor Manzo: “La cospirazione ai danni del Pescara è fuori discussione, perché un arbitro può sbagliare in ‘buona fede’ una volta, magari due se è particolarmente sfortunato, ma mai tre volte nella stessa partita. Ci risulta impossibile trovare una giustificazione per l’operato di Menicucci”. Del resto, puoi girare tutta la città e continuare a intervistare tutte le persone che vuoi, di qualunque età, sesso e ceto sociale, ma esprimeranno tutti lo stesso concetto, ciascuno con proprie parole: contro il Pescara è in atto una congiura che si realizzerà senz’altro, se noi continuiamo a fare i discepoli di san Francesco. Anzi, secondo me, in una situazione del genere anche san Francesco perderebbe le staffe; e di brutto pure (mai fidarsi della reazione che può avere una persona troppo buona).
Del resto, persino il delirante Madeddu, su L’Unione Sarda, è stato costretto a scrivere: “Menicucci, un arbitro che ci ha voluto bene” … Più chiaro di così!?
Stavo pensando … Tre anni fa, il neopromosso Pescara “spunta” improvvisamente e inaspettatamente nella lotta per la promozione in Serie B, insidia e domina il favoritissimo Lecce, ma prima di averla vinta … sul campo, deve vedersela con lettere anonime, telegrammi alla Lega, provocazioni di ogni genere, telefonate anonime, trasferte stranamente trasformate in corrida, la Finale di Coppa dei Campioni con il retrocesso Latina … Di tutto e di più per farci fuori, ovvero per “ricompensare” (con gli interessi) quel punto di penalizzazione che la Lega è stata “costretta” a dare al Lecce (per il rifiuto di Marsala). Oggi … sono cambiati gli attori, ma il film è assolutamente lo stesso: c’è una “pietra d’inciampo” da togliere di mezzo (e siamo noi), c’è una “grande” da portare avanti (ed è il Cagliari), c’è una “forzata sanzione disciplinare” da rimediare, ed è lo 0-2 a tavolino per causa “dell’arancia”. Tutto incredibilmente uguale.
I nostri avversari, nella corsa alla promozione, si ritrovano sempre nella condizione di combatterci “fuori dal campo”, giacché si accorgono ben presto che “dentro il campo” non ce n’è per nessuno, ovvero di un’inferiorità acclarata. Dobbiamo perciò essere solo Orgogliosi, con la “O”, di poter sventolare a testa alta la nostra luminosa Bandiera, mentre gli altri continuano a sguazzare nel letame della loro stessa fognatura.
Hai voglia, poi, a lavare e strofinare con la varechina!… C’è niente da fare.
Meglio cambiare subito argomento.
Mi rendo conto che sia davvero difficile da credere, ma in sole 48 ore, e con Atalanta-Cagliari ancora da giocare, sono stati già completati due treni speciali per Bologna!… e il tutto senza neanche darci tempo di esporre il manifesto con cui comunicarne ufficialmente l’organizzazione. È bastata la voce di domenica sera, riportata poi dai giornali e dalla radio (Corriere d’Abruzzo di lunedì), per scatenare la ressa in tutte le sedi dei Clubs Biancazzurri.
Anche perché il primo treno, composto da 21 carrozze, è stato completamente riempito dall’Excelsior-Rangers e da I Fedelissimi. Il secondo treno, anch’esso composto da 21 carrozze (come si sa, il massimo consentito) è la “Freccia Biancazzurra n. 8” del CCCB (il quale, per statuto, detiene l’esclusiva di questa denominazione), ed è stato riempito alla velocità della luce dai Clubs affiliati.
Nonostante i due treni, e la fortissima attrazione che suscita questo tipo di viaggio, i pullman organizzati per Bologna risultano già decine e decine in tutta la regione, sia perché molti temono di non trovare posto sui treni (come infatti sta avvenendo), sia perché nei paesi più distanti preferiscono partire comodamente dalla loro piazza, piuttosto che alzarsi all’alba per venire in stazione a Pescara.
Sono anche arrivati i 18.000 biglietti-stadio chiesti al Bologna. Questa volta, però, non saranno venduti nella sede di via Napoli, onde evitare il ripetersi della guerriglia urbana vissuta prima di Terni, ma ogni Club venderà nella propria sede il quantitativo assegnatogli. Purtroppo, però, questa è anche occasione per far emergere la forte polemica esistente da tempo tra noi dell’Excelsior-Rangers e il CCCB; e non ne siamo affatto sorpresi. La causa, ma potremmo tranquillamente dire la “scusa”, è la ripartizione dei biglietti per lo stadio, e dimmi tu se non abbiamo ragione noi.
Il nostro treno ha 2.016 prenotazioni, ma ci dicono che non potremo avere più di 600 biglietti, poiché questo è il quantitativo spettante al Club (secondo il tesseramento). È chiaro che quelli del CCCB sono impazziti, questa volta nel vero senso del termine. Cioè, fammi capire: si vendono biglietti-stadio solo ai tesserati dei Clubs?… Significa che a Pescara e dintorni ci sono 18.000 tesserati?… E i tifosi della regione, sono anch’essi tesserati?… Ma cosa state dicendo? Non siete neanche capaci di inventare una scusa minimamente credibile.
Il punto è proprio questo: la gelosia (se non invidia) è ormai arrivata a livelli di guardia, al punto che non si esita a boicottarci nella maniera più meschina e spudorata possibile, per di più nel momento più importante e delicato mai vissuto dalla Pescara calcistica. È forse colpa nostra se ci dedicano le prime pagine di tutti i giornali (con articoli accompagnati sempre da foto) e si parla continuamente di noi in tutte le radio e TV private? È colpa nostra se il CCCB viene relegato ad un ruolo del tutto marginale dal mass media nazionali? È colpa nostra se il carisma e l’autentica Passione Biancazzurra di Angelo Manzo non sono neanche paragonabili a quelle dei vari “aspiranti” capi-popolo … senza popolo? Perché, invece di perdere tempo a studiare il modo migliore per ostacolarci, non provate a farvi qualche domanda e magari, dopo aver trovato le risposte, non vi impegnate a “fare” meglio di noi, sempre e solo a vantaggio del nostro Pescara?
Stiamo lottando per l’Onore e la Gloria della nostra Bandiera, o per l’onore e la gloria della nostra persona?
Fatto sta che ora, ai tanti e seri problemi già esistenti, dobbiamo aggiungerci anche questo. Che si risolverà senz’altro, ci mancherebbe altro, ma non prima di averci perso su un bel po’ di tempo prezioso e di energie ancor più preziose che, invece, potremmo riservare ad iniziative molto più utili alla causa Biancazzurra.
Roba da pazzi. Ma pazzi da manicomio.
Da stasera, sulle tantissime bancarelle sparse per tutto il centro città non si vendono solo bandiere, sciarpe, trombette-spray e sacchetti di coriandoli, ma sono comparse come d’incanto addirittura intere scorte di radioline!… Cosa c’entrano le radioline?… Sono lo “strumento” di vitale importanza per domani pomeriggio, ovvero per seguire la radiocronaca diretta di Cagliari-Atalanta. Si vendono quelle normali a 5.000 lire, ma ci sono anche quelle speciali, cioè in grado di captare le onde libere (delle radio private extra regionali), al “modico” prezzo di 30.000 lire; prendere o lasciare. Non ci crederai, ma già non se ne trovano più, e il motivo è presto detto.
Radio 2 si collegherà con lo stadio Marassi sin dall’inizio, ma il primo tempo si risolverà in qualche sporadico flash all’interno della trasmissione musicale in palinsesto a quell’ora; il solo secondo tempo sarà, invece, trasmesso in diretta e per intero. Per cui, capisci bene che non è neanche pensabile restare col fiato sospeso per tutti i primi 45 minuti; significherebbe “decimare” la popolazione … E allora, sono numerosissimi i gruppi che si sono organizzati con una colletta per acquistare la radio speciale, in grado di captare Radio Bergamo da cui ascoltare la radiocronaca diretta di tutti i 90 minuti; da qui gli affari d’oro per i bancarellari, come sempre insuperabili nel “vedere lontano” con largo anticipo.
Di questa possibilità straordinaria approfitta anche Angelo Manzo, che ha già annunciato l’allestimento di un impianto di amplificazione davanti all’Excelsior, dal quale si potrà ascoltare l’intera partita. Ma non è il solo, poiché i Clubs Sayonara e Adriatico hanno chiesto e ottenuto addirittura l’apertura della Curva Nord per trasformarla in un gigantesco ritrovo, dove “vivere” Atalanta-Cagliari tramite radio e impianto d’amplificazione.
Imperdibili come sempre le comiche quotidiane provenienti da Cagliari, davvero meritevoli di essere raccolte in un apposito manuale che io personalmente inserirei come libro di testo obbligatorio in ogni Corso di “Cinema e Teatro”. O magari di “Psicologia e Psichiatria urbana”. Soprattutto, se non unicamente, per merito di Lauro Toneatto che, invece di pensare all’Atalanta, e a tutti i ca … voli amari che questa partita comporta, continua incredibilmente ad essere ossessionato dal Pescara. Ma forse abbiamo capito il vero “perché”, come sempre restituito dalla Storia, e non certo dalle chiacchiere nei bar:
Beh, non c’è che dire: se è vero, com’è vero, che la tradizione ha il suo peso, mi pare che il buon Lauro abbia più di un motivo per … dormire preoccupato.
Ultimissime da Genova dove, come volevasi dimostrare, le cose stanno andando molto diversamente da come sognano a Cagliari. Nella città della Lanterna hanno venduto circa 5.000 biglietti, più o meno equamente divisi tra le due Gradinate, e i doriani si schiereranno al fianco degli amici atalantini, appunto nella Sud.
Da parte loro, i genoani fanno sapere di non essere rimasti affatto abbagliati e ammagliati dalle storielle sulle “costole”, sulle maglie in prestito e altre scemenze del genere, ma scelgono la Nord prima di tutto perché è casa loro, e in secondo luogo per opporsi ai doriani in una sorta di “derby-ombra”, visto che l’anno prossimo mancherà del tutto. Del Cagliari se ne fregano altamente.
Avvisate Toneatto … ma con molto tatto e altrettanta delicatezza, mi raccomando (è un uomo troppo sensibile)… (continua qui).
Gabriele (“Gaby”) Orlando
[estratto dal (mio e vostro) diario del PESCARA RANGERS]
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