Quando il cameriere gliela propone come dessert, sulla faccia del nordico in trasferta si legge: “Ciumbia, ‘sti terun mangiano la pizza come dolce?!?”
Eh no, voccapè, quess è il nostro dolce della festa: torta semplice e ‘gnurant che per tradizione concludeva il pranzo di nozze o i banchetti cerimoniali, e che ancora oggi favorisce il ruttino a coronamento di una bella magnata.
La ricetta è inutile riportarla… andate su Google, più o meno sono tutte uguali: cambia solo la copertura (storicamente panna e zuccherini colorati, ma anche granella di nocciole o scaglie di cioccolato).
L’importante è NON SBAGLIARE l’ordine degli strati.
In basso va la farcia di crema pasticciera, rigorosamente “bianca” (cioè fatta anche con gli albumi, per usare meno uova, secondo l’attitudine agricola sparagn e cumbarisc). Rappresenta, a quanto dicevano le nonne, il colore delle nostre spiagge (lontane dalla diga foranea).
In alto va invece la farcia che rappresenta le nostre montagne: crema al cioccolato, rigorosamente aromatizzata all’Aurum (se ne avete ancora una bottiglia) oppure al Grand Marnier. Questa similitudine però non è intuitiva: non ho mai visto montagne marroni, tranne quelle che ci fanno ingoiare al mercato di gennaio.
La bagna, ovviamente, va alternata: lo strato di pan di Spagna intermedio, più spesso (fatticcio) degli altri due, va bagnato sulla faccia inferiore con l’alchermes , diluito in sciroppo di acqua e zucchero (a contrasto, sia di colore che di gusto, con la crema bianca) e sulla faccia superiore con il caffè (a contrasto con l’aroma di arancia della crema al cioccolato).
Gli strati di pan di Spagna in basso e in alto vanno corrispondentemente bagnati di alchermes e di caffè.
In tutti gli strati, la bagna deve essere POCA, perché la morbidezza e la giusta umidità devono essere conferite dalle creme: particolarmente comune è l’errore di esagerare con i liquidi, col risultato che la torta collassa oppure diventa, specie in basso, una specie di zuppa inglese. E non c’è nulla di peggio che bere una torta col cucchiaino. Tanto, per bere liquori c’è tempo dopo il dolce.
In conclusione, con l’amaro di Salerno, la guida enogastronomica di 40mila.it propone: LA PIZZA DOCE!
Nemicissim0
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15 Comments
Anch’io vorrei mandare uno scritto per questa rubrica!!!!
Vorrei scrivere per questa rubrica qualcosa. Ho notato che cercate molto di coinvolgere i tifosi. Nei prossimi giorni posso inviar e un due righe?
Draculone, il titolo mi è stato suggerito da un altro admin, RED ACTION: solo il testo dell’articolo è mio! 😂😂😂
“Con l’amaro di Salerno”, c’ho messo un giorno per capirla. GRANDE NEMICISSIM0
Tinuviel82: BENVENUTA!👪
Cilló, io la faccio tranquillamente a casa, ogni tanto. È un pó “lungo” il procedimento, ma se compri il pan di Spagna a Oasi (è buono) ngi vo nind a fa la crema.
Complimenti per il nuovo sito, mi sono appena iscritta!
Grande nemicissimo , la pizza doce , ogni volta che la propongono in qualche ristorante la prendo sempre , ma nin te nind a che vedè con quella che faceva nannó 😋😋😋
Quella che fa Fabrizio Camplone per il buffet dolci dell’area VIP della tribuna Maiella è fantastica.
Il titolo mi è stato suggerito da un admin: “faresti un articolo su qualche dolce tipico da abbinare con l’amaro di Salerno?” Ed eccolo qua! Se piace, continuo anche in futuro. Ovviamente lanciate le idee su argomenti trattabili, o proponete voi stessi l’articolo. Questo è lo spirito di questa community: ognuno può e deve contribuire!
Da ragazzo me ne sono mangiate a palate di torte così ….ottima descrizione in dettaglio degli ingredienti e della preparazione….tifoso goloso.
Una specialità nostrana.
Simpatica rubrica. Attendiamo nuovi articoli. Comunque, pizza doce TOP con la genziana, atr che amaro di Salerno. 😂
Bellissima questa😄😂🤣
Fantastica!!! Grande Nemicissim0! “Con l’amaro di Salerno”: ah, ah ah!!!!!!